Napoli, giurano 500 nuovi medici: «Non vogliamo emigrare, lasciateci lavorare qui»

Napoli, giurano 500 nuovi medici: «Non vogliamo emigrare, lasciateci lavorare qui»
di Ettore Mautone
Martedì 14 Maggio 2019, 07:30
4 Minuti di Lettura
Orgoglio, sentimento, cuore per le 1500 persone che ieri al Teatro Augusteo hanno assistito alla cerimonia del giuramento di Ippocrate di 470 medici e 70 odontoiatri freschi di laurea. Da un lato la solennità di una cerimonia che investe di spessore e responsabilità la carriera di tanti giovani dottori; dall'altro il pensiero rievocato più volte alle condizioni di salute di Noemi, la bambina di 4 anni che lotta per guarire al Santobono, dopo essere miracolosamente scampata a un gravissimo ferimento per una pallottola vagante nel raid di camorra in piazza Nazionale.

Dal palco di una sala gremitissima gli interventi del presidente dell'Ordine dei medici di Napoli Silvestro Scotti, del governatore Vincenzo De Luca e del sindaco Luigi de Magistris (che si sono stretti la mano) uniti dal filo invisibile delle sorti di Noemi, diventata il simbolo del riscatto di una città assediata della criminalità e anche di una sanità che mostra il suo volto più umano e professionale a dispetto del dileggio e della violenza che imperversano contro i camici bianchi nei pronto soccorso. Un seme di una rinascita civile anche per i medici del futuro. «Ci auguriamo che Noemi torni presto a casa - ha detto Scotti - ma i cittadini devono comprendere che i medici che l'hanno salvata in pronto soccorso e che oggi lottano al suo fianco per farla guarire sono gli stessi che vengono picchiati ogni giorno, umiliati e offesi senza motivo nei pronto soccorso». Un lungo applauso ha quindi salutato i piccoli grandi progressi della bambina.
 
«Quella del medico è la più bella professione del mondo se la si fa partendo proprio da questo giuramento - ha aggiunto Scotti - per la sanità chiediamo attenzione puntando sulle risorse umane. Oggi siamo in un momento di svolta, di riorganizzazione, si iniziano a dare risposte alle esigenze dei cittadini. L'Ordine che rappresento - ha aggiunto il leader dei medici partenopei - non è una corporazione ma è un organo istituzionale sussidiario dello Stato che garantisce i cittadini rispetto alle condotte professionali. Il valore aggiunto è quello della formazione continua. Penso alla capacità e all'eccellenza che i medici del Santobono ad esempio hanno fin qui espresso e stanno mostrando nella cura di una bambina ferita da un'arma da fuoco. Un evento che travalica la loro competenza di esperti clinici ma che riescono ad affrontare grazie al valore di una formazione e di una qualità che sono l'essenza dell'essere medici nella continua ricerca clinica che si fa al letto dell'ammalato. Non è normale - ha poi concluso - che la straordinaria solidarietà che mobilita i cittadini in questi giorni non si trovi alleata di quegli stessi medici che invece sono vessati e costretti a subire violenze mentre cercano di svolgere il proprio lavoro nei pronto soccorso e nelle corsie degli ospedali». Una china, quella dei Livelli organizzativi e di qualità dell'assistenza, che si sta tentando di risalire dopo 10 anni di commissariamento che hanno tagliato le gambe alle assunzioni solo ora ripartite con i concorsi per 7600 unità nei prossimi tre anni. Uno snodo che è anche un'opportunità di trovare lavoro senza andare via dalla Campania per i tanti nuovi medici. Giovani che oggi si iscrivono all'albo dei medici con prospettive diverse rispetto agli anni passati anche se resta l'imbuto delle scuole di specializzazione e di formazione per la medicina generale. Il limite è nelle risorse ma anche nella capacità di programmare.

«In Campania (e in Italia) si registra ancora oggi un altro problema, quello dei camici grigi - ricorda il consigliere dell'Ordine dei Medici di Napoli Luigi Sodano (Sumai) - troppo spesso sentiamo parlare di carenze. Un problema che non riguarda solo la Campania ma l'Italia intera, a fronte di tanti colleghi che si laureano non abbastanza entrano nelle scuole di specializzazione e nei corsi di formazione per la medicina generale». La speranza di restare a lavorare da medico a Napoli è raccontata da Alessia Liccardi. Un desiderio da misurare sulle difficoltà del concorso per la specializzazione che già si staglia all'orizzonte. «Voglio restare a Napoli - dice - perché voglio partecipare alla crescita della mia città e della mia regione. Non sarà facile ma farò di tutto per questo obiettivo». Commovente infine il tributo alla memoria del giovane medico Francesco Napoleone, prematuramente scomparso. Alla moglie è stata consegnata una targa commemorativa. Un segno di grande stima e affetto da parte di tutta la categoria. Napoleone era tra i promotori della prima espressione di partecipazione dei giovani medici prevista dall'Ordine di Napoli, ovvero lo sportello giovani oggi trasformato in Osservatorio giovani.
© RIPRODUZIONE RISERVATA