«Nun tène 'a folla, Pintauro», la storica pasticceria chiude per l'estate: «Riapre a settembre»

di Gennaro Pelliccia
domenica 9 luglio 2017, 17:53
- Ultimo agg. 17:57
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L’ultima visita, il Re, la fece nel 1840 quando Pasquale Pintauro, già inventore della sfogliatella napoletana, creò un nuovo dolce, la zeppola di San Giuseppe, che Sua maestà apprezzo molto. Si compiacque tanto dell’assaggio, al punto di fregiare l’inventore con una decorazione a forma di croce: un cavalierato dei nostri tempi.
Oggi, purtroppo, senza scomodare i reali, chiunque volesse recarsi nel negozio Pintauro a Napoli (turisti, napoletani, comuni passanti) per deliziarsi con una sfogliatella riccia o frolla, rimarrebbe fortemente deluso e, soprattutto, a bocca vuota. Perché l’antica pasticceria, nata a Toledo nel 1819 da un’intuizione del cuoco Pasquale Pintauro che trasformò la sua accorsata trattoria in pasticceria, dedicandosi, inizialmente, alla confezione delle sfogliatelle, oggi è chiusa. Il motivo? «Chiusura stagionale». E la riapertura? «A settembre».
Non risultano altri avvisi né sulla pagina facebook né sul sito www.pintauro.it che è «in costruzione». Unico contatto ufficiale è il numero del negozio dove, naturalmente, non risponde nessuno.
A Napoli tutti sanno che si deve alla famosa pasticceria di via Toledo il detto: «Tène ‘a folla, Pintauro». Una frase per indicare qualcuno difficile ad avvicinare per la sua preziosità che, con ironia metaforica, fu coniata appunto per la larga popolarità che il pasticciere raggiunse in poco tempo, che si manifestava nella lunga coda di avventori presso l’entrata del negozio.
Un’entrata che oggi, purtroppo, resta chiusa costringendo i cittadini e chiunque abbia voglia di visitare e scoprire il sapore di un’altra eccellenza della pasticceria napoletana, a rinunciarvi.
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