È del Vomero il portiere dell'anno: «Ho iniziato vent'anni fa e sono felice»

È del Vomero il portiere dell'anno: «Ho iniziato vent'anni fa e sono felice»
di Emanuela Sorrentino
Domenica 3 Giugno 2018, 09:00 - Ultimo agg. 10:43
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«Portiere per vocazione». Si definisce così Salvatore Bruno, napoletano di 55 anni, da quasi 20 anni custode del condominio al civico 42 di via Santa Maria della Libera al Vomero. Ascoltando le sue parole commosse, si comprende perché gli sia stato assegnato l'attestato di merito come miglior portiere del 2018 dall'ente bilaterale del comparto proprietari di fabbricati Ebinprof con Confedilizia, Cgil Filcams, Fiscat Cisl, Cassa Portieri e Uiltucs. Un riconoscimento conferito a Roma anche ad altri suoi colleghi per diverse motivazioni: anzianità di servizio, altruismo, giovane età. La sua è una storia davvero particolare, sintesi e simbolo di tutte quelle degli altri portieri virtuosi.

Una vita fatta di abnegazione professionale quella di Salvatore Bruno, con accanto sempre la moglie Adele. E poi ci sono i condomini che quotidianamente contraccambiano la sua cortesia con azioni concrete. «C'è chi mi ha accompagnato in ospedale e assistito durante una lunga degenza, come Fabio Procaccini e persino chi mi ha offerto una settimana di vacanza, come Giuseppe Cernelli», tiene a sottolineare il custode.
 
Salvatore è instancabile: soffre di una seria forma di anemia e lavora come se niente fosse «proprio per distrarmi - dice - e perché il mio lavoro mi piace tanto. Non saprei più fare altro. Ho iniziato quasi venti anni fa in questo condominio nel posto lasciato da mio suocero e con mia moglie, artefice del mio entusiasmo, vivo in una casa del condominio. Prima lavoravo al bar dei cinema Filangieri e Delle Palme come cassiere. Per me stare a contatto con la gente è un piacere». Piange Salvatore pensando ai condomini «che sono fratelli, avendo io solo una sorella», mentre la moglie aggiunge: «Ha sempre il sorriso sulle labbra, anche nei momenti difficili. Per carità il lavoro è lavoro ma mio marito lo affronta davvero come se fosse una missione, non abbiamo figli e per noi questo condominio è come una famiglia».

Dall'aiuto con la spesa agli anziani in difficoltà, al soccorso in ogni ora del giorno e della notte, e poi una parola di conforto per tutti, giovani e meno giovani, fino ai pasticcini e alle torte che i coniugi Bruno preparano magari per qualche condomino, anzi, amico fraterno, ammalato.

Pochi giorni fa Salvatore Bruno è stato chiamato dai vertici di Ebinprof (ente che destina ogni anno borse di studio e riconoscimenti in denaro ai portieri che si sono distinti) proprio per ricevere il premio: «Un'emozione indescrivibile, non stavo bene e non volevo andare ma poi tutti mi hanno convinto a partecipare alla cerimonia. Per me i 50 condomini sono come fratelli e sorelle. E proprio loro, con l'amministratrice Elvira Catuogno, hanno risposto all'invito della rivista Cassa Portieri spiegando il mio impegno per il condominio.

«Non sono certo un eroe, ma vorrei che in tanti svolgessero questo lavoro come me. Con educazione anzitutto». Niente vacanze a luglio e ad agosto per i Bruno: «Ci prendiamo due settimane separate a maggio e altre due a settembre, quando sappiamo che nel condominio ci sono i residenti. Ma comunque siamo sempre in zona». A poca distanza dal palazzo di Salvatore Bruno abita il sindaco di Napoli de Magistris: «Lo vedo spesso, saluta cordialmente tutti, sono sicuro che sarà felice di sapere di questo riconoscimento». Nella motivazione del premio letta nell'auditorium di via Veneto a Roma, sono stati sottolineati «la premura che da anni ha Salvatore, assieme alla moglie Adele, nei confronti dei condomini, il suo senso di dovere, le qualità umane e professionali oltre che la dedizione verso il prossimo».
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