Natale a Ischia nell'isola vuota: caccia ai clienti con la «scommessa» voucher

Natale a Ischia nell'isola vuota: caccia ai clienti con la «scommessa» voucher
di Massimo Zivelli
Giovedì 24 Dicembre 2020, 11:00
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C'è una genialata per fare subito cassa senza attendere l'apertura della prossima stagione turistica, dietro l'offerta di vacanze di Natale a Ischia a prezzi vantaggiosi, in questo periodo di emergenza coronavirus e di ordinanze che vietano la mobilità. È quanto si cela dietro il singolare annuncio che era comparso per diverse settimane sul sito internet di un portale isolano di prenotazioni, e che solo negli ultimi giorni è stato sospeso, sotto l'inasprirsi delle limitazioni alla mobilità stabilite da governo e Regione. Nessun illecito, sia chiaro. Ma di certo le festività di fine anno «impossibili», ma che hanno fatto da specchietto delle allodole per molti potenziali clienti - che adesso si ritrovano tra le mani un voucher per una vacanza da godere in data da destinarsi - se da una parte hanno innervato il tessuto economico dell'isola di un po' di liquidità, dall'altro hanno fatto storcere il naso a parecchi operatori turistici, che parlano di concorrenza sleale.

Sul sito di prenotazioni vacanze, che appartiene a una società che ad Ischia gestisce anche due hotel, di cui uno a quattro stelle, si annunciava la possibilità di prenotare con «formula roulette» (quella che in cambio di forti sconti impedisce fino alla partenza di conoscere il nome dell'hotel dove si andrà a soggiornare) e sfruttando il bonus vacanza erogato dal governo dei convenienti pacchetti per i periodi di Natale e di Capodanno, comprensivi di utilizzo delle piscine termali, veglioni e cenoni nonché biglietti della traversata in aliscafo e del transfer con taxi in albergo.

Una offerta più che allettante, considerato che soggiornare sull'isola e trascorrervi il Natale (incluso di cena della Vigilia) sarebbe costato, secondo la promozione, 40 euro circa al giorno. Che salivano a 70 per il pacchetto del Capodanno, con tanto di cenone in camera, la sera del 31.

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Sulle prime, mentre i visitatori del portale aumentavano e con essi la curiosità per l'offerta che - con l'emergenza Covid in corso e con le forti limitazioni alla mobilità fra regioni e comuni stessi - appariva bizzarra, ad esprimere dubbi, perplessità e anche critiche sono stati gli albergatori. Poi con la sospensione dell'offerta a seguito delle varie ordinanze restrittive nel frattempo emesse, sono stati gli operatori turistici del consorzio isolano COTI a fare luce sul reale obiettivo di quella che fino a quel momento sembrava solo una bizzarra forma di campagna promozionale per il portale stesso: «Fare cassa subito e non fra qualche mese, quando tutti sanno che la situazione dovrebbe migliorare e con l'arrivo della nuova stagione turistica un pò di flussi vacanzieri inizieranno a rimettersi in moto». Il meccanismo, insomma, è stato quello di puntare su una offerta difficile a concretizzarsi in questo particolare momento storico, incassare attraverso le prenotazioni quanti più bonus vacanze possibili, dare in cambio voucher emessi dal portale stesso per lo stesso importo (500 euro) del bonus, impegnare già da adesso le vacanze 2021 dei turisti che hanno aderito e, nel frattempo, utilizzare subito i bonus acquisiti per scambiarli con detrazioni fiscali e pagamento tasse presso l'Erario, ma anche per pagare (al posto della moneta sonante) i fornitori di servizi, cedendo loro i bonus. Una vera e propria partita di giro dunque, in un momento di profonda crisi del settore turistico, più che mai evidente su un'isola abituata, in questo periodo, a ripopolarsi di visitatori e risplendere di luci e suoni. Invece ieri, a rendere plasticamente la drammaticità del momento, si è riacceso lo scontro sociale. «In 10 anni gli albergatori hanno sottratto ben 300 milioni di euro ai lavoratori e alle loro famiglie» tuona Riccardo Iovene dei Cobas, che in una infuocata lettera indirizzata ai vertici di Federalberghi precisa come «tutto ciò è stato reso possibile da contratti di assunzione fasulli e buste paga non veritiere».

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