Lungomare sì, lungomare no. Continua il braccio di ferro sulla possibile delocalizzazione del Pizza village da via Caracciolo alla Mostra d'Oltremare. La questione è diventata politica e all'interno dell'amministrazione si è aperto un dibattito che coinvolge anche il Consiglio comunale. Il ragionamento laico che si fa a Palazzo San Giacomo non è ridurre il tutto ai pro e ai contro rispetto agli eventi del food sul lungomare cittadino, ma cominciare ad avere una visione d'insieme della città. Questo significa ragionare sulla vocazione dei luoghi in cui organizzare i grandi eventi. Il diktat degli organizzatori della kermesse, Claudio Sebillo e Alessandro Marinacci: «O lungomare o ce ne andiamo a Milano» è stato mal digerito dalle parti di piazza Municipio. «Il ragionamento sulla destinazione delle aree e sulla vocazione dei luoghi la dobbiamo fare sentendo tutti ma sotto la minaccia di nessuno» replica il presidente della commissione Attività produttive del Consiglio comunale, Luigi Carbone.
«È evidente - aggiunge Carbone - che sia una provocazione quella dei patron della kermesse, ma non possiamo cedere a queste logiche.
Diversi i punti di vista. L'eurodeputato del Pd, Andrea Cozzolino, evidenzia: «Credo sia necessario ripensare alla logica degli eventi in città. Napoli non è soltanto il lungomare. Basti pensare anche ai nuovi luoghi come piazza Municipio, dove si potrebbero per esempio fare eventi come al festival di Salisburgo. Chiaro che lì non si può fare il Pizza village, difatti il ragionamento deve essere molto più ampio e va allargato alla città nel suo complesso. E poi c'è la necessità di rilanciare la Mostra d'Oltremare. Ogni cosa ha il suo luogo». Per Gianluca Daniele, segretario generale Slc Cgil Napoli «c'è la necessità di ritornare a fare più eventi culturali. Bisognerebbe battere sul patrimonio culturale che fortunatamente abbiamo. Così corriamo il rischio di diventare la città delle sagre». L'ex sindaco, oggi consigliere comunale, Antonio Bassolino aggiunge: «Pizza village sul lungomare oppure si va a Milano, dicono gli organizzatori. È sbagliato questo modo di porsi, mentre invece serve il dialogo. Ogni evento deve avere il suo luogo più giusto ed allora è ragionevole tutelare un'area delicata come via Caracciolo ed utilizzare una struttura importante come la Mostra d'Oltremare».