Pizza Village a Napoli, il Comune in trincea: «Lungomare o Milano? No aut aut»

Pizza Village a Napoli, il Comune in trincea: «Lungomare o Milano? No aut aut»
di Valerio Esca
Sabato 2 Luglio 2022, 08:00 - Ultimo agg. 16:15
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Lungomare sì, lungomare no. Continua il braccio di ferro sulla possibile delocalizzazione del Pizza village da via Caracciolo alla Mostra d'Oltremare. La questione è diventata politica e all'interno dell'amministrazione si è aperto un dibattito che coinvolge anche il Consiglio comunale. Il ragionamento laico che si fa a Palazzo San Giacomo non è ridurre il tutto ai pro e ai contro rispetto agli eventi del food sul lungomare cittadino, ma cominciare ad avere una visione d'insieme della città. Questo significa ragionare sulla vocazione dei luoghi in cui organizzare i grandi eventi. Il diktat degli organizzatori della kermesse, Claudio Sebillo e Alessandro Marinacci: «O lungomare o ce ne andiamo a Milano» è stato mal digerito dalle parti di piazza Municipio. «Il ragionamento sulla destinazione delle aree e sulla vocazione dei luoghi la dobbiamo fare sentendo tutti ma sotto la minaccia di nessuno» replica il presidente della commissione Attività produttive del Consiglio comunale, Luigi Carbone.

«È evidente - aggiunge Carbone - che sia una provocazione quella dei patron della kermesse, ma non possiamo cedere a queste logiche.

Capiamo le difficoltà di determinati comparti dopo il Covid, ma noi siamo chiamati alle scelte e le scelte a volte scontentato qualcuno». Sarà l'amministrazione, insieme alla commissione e all'intera assise cittadina, a dover sciogliere il nodo e comprendere se il lungomare dovrà continuare ad essere o meno un luogo adatto al food. «Non abbiamo ancora preso una decisione - aggiunge Carbone -. Gli organizzatori dell'evento guardano solo il loro grandangolo e invece noi siamo chiamati a fare sintesi. Se cedessimo a tutti i diktat non saremmo un'amministrazione ma il residuo di tante minacce. Napoli ospiterà grandi eventi, al pari di Milano, ma non per forza sul lungomare». Bisogna poi tenere conto diversi aspetti, come quelli della sicurezza e del decoro urbano. «Il lungomare non nasce per ospitare eventi, nasce come grande passeggiata - ribadisce il presidente della commissione -. Sarebbe molto più semplice controllare l'interno della Mostra d'Oltremare: un luogo chiuso, dove si possono contingentare gli ingressi e avere sotto controllo il piano di security. Per i luoghi che hanno una morfologia diversa non è così. Oggi stiamo snaturando l'urbanistica della città, dove tutto si può fare ovunque. Io non sono d'accordo con questa idea».

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Diversi i punti di vista. L'eurodeputato del Pd, Andrea Cozzolino, evidenzia: «Credo sia necessario ripensare alla logica degli eventi in città. Napoli non è soltanto il lungomare. Basti pensare anche ai nuovi luoghi come piazza Municipio, dove si potrebbero per esempio fare eventi come al festival di Salisburgo. Chiaro che lì non si può fare il Pizza village, difatti il ragionamento deve essere molto più ampio e va allargato alla città nel suo complesso. E poi c'è la necessità di rilanciare la Mostra d'Oltremare. Ogni cosa ha il suo luogo». Per Gianluca Daniele, segretario generale Slc Cgil Napoli «c'è la necessità di ritornare a fare più eventi culturali. Bisognerebbe battere sul patrimonio culturale che fortunatamente abbiamo. Così corriamo il rischio di diventare la città delle sagre». L'ex sindaco, oggi consigliere comunale, Antonio Bassolino aggiunge: «Pizza village sul lungomare oppure si va a Milano, dicono gli organizzatori. È sbagliato questo modo di porsi, mentre invece serve il dialogo. Ogni evento deve avere il suo luogo più giusto ed allora è ragionevole tutelare un'area delicata come via Caracciolo ed utilizzare una struttura importante come la Mostra d'Oltremare». 

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