«Terme di Agnano già dell'Inail», ma l'istituto frena: è solo una trattativa

«Terme di Agnano già dell'Inail», ma l'istituto frena: è solo una trattativa
di Paolo Barbuto
Martedì 23 Giugno 2020, 09:30
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Stamattina in tribunale ci sarà la prima udienza di una vertenza dolorosa: le terme di Agnano hanno licenziato una dipendente che non ha accettato di vedersi lo stipendio dimezzato, lei ha impugnato il provvedimento e si è rivolta al giudice. Si chiama Daniela, le fu proposto un lavoro in un'altra partecipata del Comune, l'Asìa, per lasciare libero il posto alle terme, lei andò a fare la visita medica e il dottore la scartò: non ha il fisico adatto per stare a ramazzare in strada ore e ore. Tornò ad Agnano e si sentì dire che poteva restare al suo posto solo per la metà dello stipendio, poco più di 700 euro. Lei disse di no e il posto le venne strappato. Da oggi sarà il tribunale ad occuparsi della vicenda.

La storia è anche un simbolo della deriva inarrestabile delle Terme di Agnano che appartengono al Comune di Napoli e avrebbero potuto essere un gioiello. Sono invece abbandonate e devastate dall'incuria, sono ridotte a sole 18 unità di personale che è in cassa integrazione ma vive nella speranza di una svolta che viene annunciata come imminente.

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Nel corso dell'ultimo incontro con i dipendenti c'è stato il colpo a sorpresa: «Uno dei vertici aziendali ci ha detto che la cessione delle terme all'Inail era praticamente già fatta. Entro fine giugno si sarebbe risolto tutto. Così ci ha rassicurati sul futuro, sulla cassa integrazione che a settembre scadrà, sulle spettanze pregresse...», la dipendente superstite racconta la svolta con una luce gioiosa negli occhi; quando scopre che la realtà è diversa da quel che lei sostiene di aver sentito alla riunione, si rabbuia: «Non è possibile, le Terme stanno per essere comprate dell'Inail, ci hanno detto che è così». E invece non è così.

L'ipotesi di cedere le terme all'Inail non è recente. Noi stessi ne scrivemmo già lo scorso ottobre quando il vicesindaco Panini andò a Roma in missione, proprio per tentare di piazzare quest'affare scomodo che sono le terme.

Nel frattempo c'è stato qualche minuscolo passo in avanti rispetto allo scorso autunno. Finalmente è stato stabilito, dopo lunghe e metodiche trattative della conferenza Stato-Regioni con Federterme, quali sono le quattro stazioni termali che l'Inail potrebbe decidere di acquistare. Nel gruppo delle quattro c'è anche Agnano, e questa è l'unica novità perché «non abbiamo ancora nemmeno ipotizzato un percorso per l'acquisizione delle strutture termali, abbiamo saputo solo da qualche giorno qual era l'elenco, non sarà un percorso rapido e nemmeno facile», spiega Carlo Gasperini che è il responsabile della direzione centrale patrimonio dell'Inail.
 


Dovete sapere che l'Inail ha un patrimonio immobiliare costituito solo da istituti scolastici e strutture sanitarie: è la prima volta che si avvicina al mondo delle terme, sicché c'è bisogno di tempo per capire come fare e cosa fare. L'Inail, in genere, acquista i beni immobili e poi li affida in gestione. Dovrebbe essere questo il percorso anche per Napoli («mica penserete che l'Inail può iniziare a gestire le terme?», sorride Gasperini).

Ecco perché per Agnano, come per le altre candidate, il primo passo ufficiale sarà la richiesta di bilanci per capire qual è la situazione economica; poi verrà chiesto un accurato piano di rilancio e di gestione, per comprendere quali potrebbero essere gli sviluppi dell'impresa.

Adesso tutti voi capirete che la sola presentazione dei bilanci di Agnano metterebbe in fuga chiunque, poi occorrerebbe un piano di rilancio ma dovrebbe essere il Comune, proprietario della struttura, ad invitare qualcuno a predisporlo e a presentarlo. Insomma, le incognite sono talmente tante che negli uffici dell'Inail parlano di tempi lunghi anche per la sola apertura del fascicolo Agnano, figuriamoci per un'eventuale conclusione con l'acquisto del bene.

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C'è, poi, un'altra ingombrante ombra sulla vicenda di Agnano, le strutture fatiscenti. L'antico stabilimento è ridotto a un cumulo di macerie, il moderno albergo sta lentamente e inesorabilmente cedendo alle ingiurie del tempo e dell'incuria: chiuso e senza manutenzione da anni sta diventando un pericolo per le stesse terme.

Insomma, l'affare-Agnano che secondo i dipendenti era stato presentato come vicinissimo, non solo non è alle viste ma potrebbe non concretizzarsi mai.

Ecco perché la donna che era felice dopo aver ascoltato il manager che raccontava l'imminente vendita delle terme, s'è rabbuiata all'improvviso quando ha conosciuto la realtà: se la cessione non è davvero alle porte, il futuro dei residui 18 dipendenti è un punto interrogativo, così come il futuro di quello stabilimento che era un fiore all'occhiello della città e oggi, per colpa di chi non ha voluto rilanciarlo, è un fastidio del quale liberarsi. 

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