Balconcini, scale e edicole votive:
Napoli è una giungla di abusi

Balconcini, scale e edicole votive: Napoli è una giungla di abusi
di Paolo Barbuto
Giovedì 31 Gennaio 2019, 23:00 - Ultimo agg. 23:05
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La donna cammina lungo il marciapiede con una bella bimba nel carrozzino. A un certo punto è costretta a scendere: passeggino in mezzo alla carreggiata, a un millimetro dalle auto perché la strada è un po’ stretta. Sapete perché quella donna ha dovuto cambiare percorso? Perché qualcuno ha costruito una scala d’accesso alla sua casa e ha pensato di piantarla giusto su quel marciapiede, che i pedoni s’arrangino.
L’abuso riguarda via Santa Caterina da Siena, a due passi dal Corso Vittorio Emanuele, a una manciata di metri dalla chiesa monumentale dove ha sede la fondazione «Pietà de’ Turchini», luogo di arte e musica.
 
Davanti a quelle scale abusive si sono presentati, ieri pomeriggio, gli agenti dell’unità operativa Chiaia agli ordini del capitano Sabina Pagnano. Hanno bussato alla porta e hanno chiesto conto di quell’incredibile situazione (che, a dire la verità, resiste da anni senza che nessuno se ne sia formalmente accorto). Non c’è stata una spiegazione valida, non è stato mostrato un permesso per quell’abuso, sicché è scattato subito il procedimento ufficiale: denuncia per abuso edilizio, denuncia per danneggiamento del marciapiede, segnalazione agli uffici amministrativi per la decisione su una sanzione immediata da versare (che va dai mille ai tremila euro). Non è scattato, invece, il sequestro: un po’ perché non c’erano lavori in corso da fermare, ma soprattutto perché inibire l’utilizzo di quella scala avrebbe significato vietare l’accesso in casa. S’era perfino ipotizzato di mettere sotto sequestro una parte del manufatto abusivo, lasciando solo un minimo spazio per salire fino all’uscio di quella casa, ma sarebbe stato un provvedimento esagerato e probabilmente senza una reale utilità.
Adesso di quella vicenda si occuperà la magistratura che potrebbe decidere per l’abbattimento di quell’abuso. Anche se nella città di Napoli situazioni analoghe a quella che vi abbiamo raccontato ce ne sono migliaia.

Se volete trovarli basta che vi inoltriate nelle strade più strette e nascoste della città, quindi nella vastissima area del centro storico da Forcella ai Decumani, da Montesanto agli stessi Quartieri Spagnoli dove ieri è scattata la denuncia per le scalette abusive.
Diciamo subito che il tema delle scale non è tra i più diffusi: se ne trovano poche, qualcuna la vedete nelle fotografie qui a sinistra. Generalmente sono il frutto della divisione interna di appartamenti che si trovano al piano terra di un edificio. Nella separazione, una parte della casa mantiene la porta d’ingresso, un’altra avrebbe solo finestre sulla strada per cui si trasforma una di quelle finestre in uscio e si costruiscono scale per raggiungere la porta. Sappiate che la totalità degli abusi a base di «scalette» è stata effettuata in un passato lontano. Attualmente le modalità sono altre.

Sono centinaia, in ogni vicolo della città; ogni napoletano li conosce e, purtroppo, non se ne indigna nemmeno più. Dinanzi all’ingresso di un basso, un terraneo, ci si appropria della strada pubblica e sulla strada si realizza un’area a disposizione della casa, generalmente ricoperta da mattonelle e protetta in varie maniere. I meno «invasivi» scelgono inferriate come quelle dei balconi degli edifici: in questo modo si ottiene l’effetto desiderato, quello di appropriarsi di una parte della strada, con un impatto visivo meno imponente. A quelle inferriate si aggiunge un vaso con qualche fiore, così sembra che il balconcino ci sia sempre stato.
Chi non ha paura di incappare nelle maglie dei controlli antiabusivismo (e sono in tanti, fatevi una passeggiata fra i vicoli e ve ne renderete conto) opta per un più consistente muretto di mattoni: davanti alla porta d’ingresso si prende quanto più spazio è possibile e si costruisce la barriera. Quella zona diventa una vera e propria estensione della casa. Ci sono situazioni limite, nel centro storico, nell’area dei Decumani, in cui quelle costruzioni piazzate in strada impediscono definitivamente il passaggio delle automobili. Nessuno protesta, però.

Tra gli abusi che invadono la strada ci sono, spessissimo, aste di ferro piazzate nelle facciate dei palazzi, con i fili per stendere il bucato. In questo caso si tratta di necessità: bisogna mettere i panni ad asciugare, gli stenditoi mobili vengono gettati a terra da auto e moto di passaggio, sicché quella viene ritenuta l’unica soluzione valida.
Capitolo a parte destinato, invece, ai paletti. Ciclicamente vengono effettuati blitz per eliminarli, ciclicamente quei paletti ricompaiono. Nella maggior parte dei casi quei paletti vengono piantati in strada davanti alle porte dei «bassi», servono ad evitare che qualcuno parcheggi davanti all’uscio impedendo agli abitanti di entrare o uscire di casa.
 
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