Accoltellato dal branco a Napoli, Arturo torna a casa: «Voglio la normalità»

Accoltellato dal branco a Napoli, Arturo torna a casa: «Voglio la normalità»
di Maria Chiara Aulisio
Sabato 6 Gennaio 2018, 11:19 - Ultimo agg. 15:21
3 Minuti di Lettura
Arturo torna a casa scortato dalla polizia. Gli agenti almeno per i primi tempi presidieranno l'abitazione di via Foria. «È finito un incubo, - dice il ragazzo - adesso ho voglia di normalità». Dopo gli accertamenti di ieri pomeriggio, i medici dell'ospedale Monaldi hanno deciso che questa mattina il ragazzo, ricoverato dallo scorso 18 dicembre, potrà essere dimesso. Le condizioni generali - assicurano - sono notevolmente migliorate soprattutto negli ultimi giorni: le ferite al collo e al fianco vanno rimarginandosi nel migliore dei modi e anche il problema polmonare che inizialmente sembrava quello più difficile da gestire, sta lentamente avviandosi verso la soluzione. Niente da fare, almeno per il momento, per l'afonia che affligge il giovane Arturo: la grave lesione del nervo ricorrente, quello che in parole semplici coordina tutti i muscoli della laringe, in seguito alla coltellata sferratagli alla gola ha provocato la paralisi di una corda vocale e ancora non si esclude l'ipotesi che possa trattarsi di un danno irreversibile. Al momento il ragazzo è quasi senza voce, parla piano e per sentirlo bisogna avvicinarsi al suo letto.
Ieri mattina nuova visita dell'otorinolaringoiatra che sulle possibilità di guarigione ha preferito ancora non pronunciarsi, poi anche quella del foniatra dell'ospedale Gesù e Maria convocato nei giorni scorsi per una consulenza più specifica. Una situazione complessa che, se dovesse risolversi al meglio, richiederà comunque diversi mesi di terapie, a cominciare dalla logopedia.
 


Intorno a mezzogiorno, dunque, Arturo lascerà il reparto di fisiopatologia e riabilitazione respiratoria, diretto dal professore Giuseppe Fiorentino, al terzo piano dell'ospedale Monaldi, per fare ritorno nel suo appartamento in via Foria, a pochi passi dal luogo della feroce aggressione quando, mentre cercava di raggiungere lo studio del medico di famiglia, è stato affrontato da quei quattro delinquenti che solo per miracolo non lo hanno ammazzato. Venti coltellate sferrate in tre, quattro minuti al massimo, sotto lo sguardo attonito di decine di passanti, poco dopo le cinque, in pieno giorno e in pieno shopping, tra piazza Cavour e via Foria, a due passi dalla caserma Garibaldi.
 
 

Venti colpi, dunque, di cui quattro che potevano essere mortali: al polmone, alla gola, al fianco e alla schiena. L'ultimo fendente si è fermato a soli due millimetri dalla carotide. Questa mattina alle 9.30, intanto, poco prima che Arturo lasci l'ospedale, è in programma la visita del cardinale Crescenzio Sepe che porterà al ragazzo gli auguri della chiesa di Napoli. Un appuntamento che Maria Luisa Iavarone, la mamma di Arturo, attendeva con grande apprensione: «Sono convinta che sarà lui, l'arcivescovo, a darci una mano concreta per portare avanti il progetto di rinnovamento e legalità che deve nascere da questa immane tragedia vissuta da mio figlio e da tutta la nostra famiglia. Un episodio tragico dal quale deve partire un vento di rinnovamento: i nostri giovani ne hanno diritto e noi glielo dobbiamo».

 


Maria Luisa Iavarone, professoressa universitaria, è fortemente motivata a non mollare anche dopo aver sentito accanto a sè la vicinanza di centinaia di persone che hanno partecipato alla marcia organizzata per il figlio nei giorni successivi all'aggressione: «Andrò avanti per la mia strada convinta come sono che a seguirmi saranno in tanti. Aspettiamo novità nei prossimi giorni: il questore - conclude - ci ha detto che possiamo star tranquilli, stanno lavorando con impegno e determinazione e presto troveranno gli aggressori di mio figlio».
Nella mattinata di ieri anche il sindaco è tornato a fare visita al ragazzo ancora ricoverato: «Voglio che sappia che gli saremo sempre accanto anche adesso che sta per tornare a casa. - ha detto Luigi de Magistris - Napoli e i napoletani sono solidali con lui e mai dovrà sentirsi solo in questa battaglia per la legalità».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA