Sanità, accordo in Regione
per stabilizzare 1200 precari

Sanità, accordo in Regione per stabilizzare 1200 precari
di Ettore Mautone
Martedì 13 Febbraio 2018, 23:01 - Ultimo agg. 14 Febbraio, 08:38
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Superamento del precariato in Sanità in tutte le sue forme per assicurare i livelli di assistenza: entro il 2018 in Campania saranno stabilizzati tutti i camici bianchi, dirigenti e non (compresi gli amministrativi), impiegati in Asl ospedali, nei policlinici, negli istituti di ricerca e nell’Istituto zooprofilattico sperimentale del Mezzogiorno, con contratti flessibili (comprese le partite Iva), oppure titolari di impieghi parasubordinati. A sottoscriverlo nero su bianco in un accordo siglato ieri con i sindacati, è il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca. Il Governatore ha ratificato a Palazzo Santa Lucia l’intesa raggiunta con le organizzazioni sindacali confederali Cgil, Cisl e Uil. Per la prima volta, nell’accordo, si fa riferimento all’applicazione della riforma Madia e alle due circolari esplicative emanate dal ministro della Funzione pubblica a fine 2017 e a gennaio di quest’anno. Recepite dunque anche le novità contenute nella Finanziaria che ha esteso l’ambito di applicazione al personale dirigente precedentemente escluso. 

«L’obiettivo comune – dice la Regione in una nota – è mettere in campo azioni forti nel campo della sanità per il superamento del precariato esistente e per il potenziamento delle procedure di reclutamento del personale». Alla firma hanno preso parte i segretari sindacali Dorina Bonavita (Cisl), Giuseppe Spadaro (Cgil), Giovanni Sgambati (Uil), e quelli di categoria Alfredo Garzi (Cgil-Fp), Lorenzo Medici (Cisl-Fp), Vincenzo Martone (Uil-Fp). «Si è anche ritenuto – aggiunge la nota di Palazzo Santa Lucia - di avviare un percorso di valutazione del Piano ospedaliero (appena pubblicato sul Bollettino regionale ndr) del sistema dell’Emergenza e del riequilibrio tra sanità pubblica e privata accreditata». De Luca, sempre ieri, ha incontrato anche tutte le categorie autonome e confederali del comparto sanità e dell’intersindacale della dirigenza medica.
 
Al lavoro dunque gli uffici del personale di tutte le aziende sanitarie della Campania. In fila c’è un esercito di precari che conta circa 1.200 unità, anche se un censimento esatto è in possesso solo degli uffici regionali dopo un lungo lavoro di verifica, Asl per Asl, durato oltre un anno. In base alle stime sarebbero circa 813 i titolari di contratti flessibili a cui si aggiungono altri 400 subordinati a tempo determinato. Sul totale della platea da stabilizzare circa un terzo è invece la quota dei medici. L’unica incertezza resta in capo al personale interinale su cui dovrebbe restare il freno tirato.
L’accordo consta di 5 articoli: il primo fa riferimento alle norme agibili per procedere alla stabilizzazione del personale. In aggiunta alla riserva di posti nei concorsi (fino al 50%) prevista dalla Finanziaria del 2016 (finora unica strada considerata percorribile), si fa appunto riferimento alla riforma Madia e alle sue circolari applicative. Una norma a lungo invocata dai sindacati e dai movimenti dei precari storici. Quest’ultima prevede infatti concorsi esclusivamente dedicati ai precari da istruire subito, anche in assenza del Piano dei fabbisogni a sua colta ancorato al piano ospedaliero solo ora ufficializzato. Quindi si potrà percorrere in discesa tutto l’iter superando gli ostacoli burocratici che hanno finora frenato il reclutamento dei precari. I requisiti per entrare stabilmente nei ruoli del Servizio sanitario? Aver svolto lavoro precario per almeno tre anni, anche non continuativi, nei 5 anni precedenti alla Finanziaria del 2016 oppure essere in servizio alla data di entrata in vigore della Madia (28 agosto 2017) dimostrando di aver maturato i tre anni di anzianità entro il 31 dicembre scorso.
Via libera nell’accordo di ieri anche alla contrattazione integrativa in raccordo col piano ospedaliero e la riorganizzazione del 118, il riequilibrio tra personale della sanità pubblica e di quella privata, regole certe per gli accreditamenti, standardizzazione del numero di unità di personale rispetto ai posti letto. Previsto infine un tavolo regionale tra sindacati e associazioni di categoria della sanità privata per l’erogazione dell’una tantum 2006-2010 e interventi per la riorganizzazione del sistema sociosanitario integrato per potenziare la rete della sanità territoriale.
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