Il caro-energia si trasforma in un potenziale killer per decine di migliaia di aziende. Le bollette di luce e gas del mese di luglio - in alcuni casi addirittura milionarie - rischiano di mettere al tappeto le imprese di Napoli e provincia, che si sono trovate a pagare in un solo mese quello che, in un recente passato, versavano nell'arco di un intero anno solare. I dati relativi al possibile default sono impressionanti. Secondo la Confesercenti regionale, sono oltre 11mila le aziende a rischio chiusura in Campania. Il rincaro del 400 per cento dei beni energetici può essere assorbito solo da una piccola parte dei locali del lungomare e del centro storico, che godono del boom del turismo. Per tutti gli altri esercizi il pagamento delle fatture potrebbe tradursi in un progressivo quanto pericoloso indebitamento. Per arginare gli effetti dell'impennata dei prezzi, arrivano alcune iniziative straordinarie a sostegno del tessuto produttivo.
La prima è della Banca di Credito Cooperativo di Napoli. Ad annunciarla è il presidente Amedeo Manzo. «È pronta - spiega Manzo - una linea di credito per finanziare l'incremento del costo dell'energia e delle materie prime».
Altre iniziative arrivano dal mondo delle istituzioni. La Camera di Commercio paventa la chiusura di migliaia di aziende nel mese di ottobre. «L'aumento esponenziale dei costi dell'energia - sottolinea il presidente Ciro Fiola - se non calmierato con interventi molto consistenti da parte del governo, rischia di impattare in maniera devastante sulla vita delle imprese. Stiamo ragionando con la Regione Campania per mettere in campo un grande piano di sostegno, attraverso la realizzazione di bandi camerali e interventi regionali, al fine di offrire contributi economici legati al pagamento dell'energia. In queste ore stiamo definendo i dettagli, non possiamo restare inermi. L'augurio è che Draghi trovi i 15 miliardi di euro necessari a sostenere le imprese e che il prossimo Consiglio europeo decida davvero di slegare il costo dell'energia dal prezzo del gas. Un rapporto economico non più sostenibile e sostanzialmente letale per le nostre imprese», conclude Fiola.
Più cauto l'assessore regionale alle Attività produttive Antonio Marchiello, che spiega: «Dobbiamo aspettare le decisioni del governo. Comunque stiamo lavorando d'intesa con le Camere di Commercio». Marchiello sottolinea che «le Regioni non hanno fondi per questo tipo di interventi ma il presidente De Luca ha anticipato alcune iniziative sulla politica energetica regionale e credo che questa sia la strada da intraprendere». Il fenomeno del caro-bollette ha dimensioni enormi, con numeri radicalmente differenti a seconda delle categorie produttive, ma i pericoli incombono su tutte le attività. «Parliamo - spiega Massimo Di Porzio, leader della Fipe, la federazione dei pubblici esercizi - di bollette anche dieci volte superiori a quelle del 2021. Ci saranno esercizi che non ce la faranno a sostenere gli aumenti, soprattutto quelli al di fuori delle zone turistiche». La conseguenza, per tutti quelli che riusciranno a resistere, sarà l'inevitabile aumento dei prezzi. Un effetto, peraltro, molto ben visibile, già da diversi mesi, in particolare sul carrello della spesa, con i prodotti alimentari che hanno fatto segnare un tasso di inflazione del + 10 per cento in un anno.