Bollette, l'allarme dei floricoltori: «Sgravi e contributi per elettricità e gas come in Spagna»

Bollette, l'allarme dei floricoltori: «Sgravi e contributi per elettricità e gas come in Spagna»
di Diletta Capissi
Venerdì 16 Settembre 2022, 11:00
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«Stavamo iniziando di nuovo a volare, a ritrovare l'entusiasmo per far crescere il settore florovivaistico dopo l'incubo della pandemia, invece la crisi energetica ci fa ripiombare nelle difficoltà»: Vincenzo Malafronte, presidente del Consorzio Produttori Florovivaisti Campani, è allarmato. E con amarezza sottolinea: «Avevamo iniziato a reinvestire e molte aziende stavano attuando la trasformazione energetica con l'installazione di impianti fotovoltaici, ma non abbiamo avuto il tempo di completare l'adeguamento». Il suo è un appello a fare presto, a trovare delle soluzioni «prima che gli aumenti in bolletta dei costi sul gasolio, sul metano, sull'elettricità inducano tanti florovivaisti campani a chiudere i battenti con le conseguenze anche occupazionali immaginabili: basterà che il 10 per cento delle 1200 aziende campane si fermino perché 20mila posti di lavoro vengano meno». Uno tsunami. «Gli effetti della nuova crisi si vedranno presto. Già a Ognissanti rischiami di ritrovarci senza fiori freschi e le cose potrebbero peggiorare a Natale visto che il riscaldamento delle serre avviene attraverso le condotte del metano». 

La preoccupazione è grande alla luce degli importanti risultati raggiunti dai floricoltori: «La Campania spiega con orgoglio Malafronte - è stata la più premiata alla Fiera EuroFlora: vincere premi in Liguria, considerata la costiera dei fiori, per noi è motivo di grande soddisfazione e certifica che nel comparto ci sono grandi eccellenze».

Un esempio: «Abbiamo 80 ettari coltivati ad Anthurium, il fiore rosso con il pistillo che appartiene alla famiglia delle orchidee, siamo i primi produttori in Italia». Il fatto è che questo fiore richiede una temperatura mai al di sotto dei 18 gradi: se salirà il costo di questi fiori, ne calerà il consumo». Malafronte non ha dubbi: «La crisi energetica è una speculazione che porta gli imprenditori a perdere ogni stimolo per andare avanti. In Spagna i produttori di fiori non stanno accusando i nostri stessi problemi perché sono stati adottati sgravi fiscali e una sorta di compensazione per le materie energetiche. Il mio consorzio - spiega ancora l'imprenditore - rappresenta 500 aziende pari a circa il 50% del settore. Non voglio apparire pessimista ma non vedo buoni spiragli anche dal quadro europeo che abbiamo sotto gli occhi. I costi energetici non torneranno al livello precedente. Per il periodo natalizio ci sarà una riduzione del 30% sui nostri mercati». 

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Condivide la preoccupazione Luigi D'Amora, presidente della cooperativa La nuova floricoltura meridionale, sede a Santa Maria la Carità e Pompei, che rappresenta circa 280 aziende localizzate in tutto il territorio campano. «Si tratta di un mix di piccole e medie aziende, nel periodo di pandemia ci siamo difesi perché il 70% del nostro fatturato è all'estero. Ma la guerra in Ucraina ci ha tagliato fuori dai mercati dell'est europeo che hanno ridotto gli acquisti, non solo la Russia e l'Ucraina, anche la Polonia». Neppure la ripresa dei matrimoni ha giovato? «Hanno un bell'indotto ma non assorbono tante quantità di mercato spiega D'Amora - il caro energia è stata la mazzata finale per tante aziende. Ora si aggiunge la mancata programmazione per l'inverno, le serre si riscaldano con gas, gasolio e metano, con questi costi il rischio è proprio quello di far saltare la produzione invernale: so già che il 40% delle imprese non pianterà proprio per il prezzo esagerato dell'energia». D'Amora pone un altro problema, quello della mancanza di manodopera. «Fino al 2020 - spiega - avevamo una grande fetta di immigrati ma molti durante la pandemia sono rientrati nei loro Paesi. Sono convinto che ci vorrebbe una buona politica di immigrazione che favorisca l'inserimento di immigrati nel nostro mercato del lavoro. Nelle altre nazioni, conosco bene la Germania dove ho fatto degli investimenti, l'immigrazione è considerata una risorsa, si adottano politiche inclusive e contratti regolari». 

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