Capri, si tuffa e rischia di annegare: Jedd si salva e ringrazia Napoli

Capri, si tuffa e rischia di annegare: Jedd si salva e ringrazia Napoli
di Melina Chiapparino
Lunedì 24 Giugno 2019, 07:30
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La storia di Jedd ha il lieto fine ma la gita scolastica a Capri poteva costargli la vita. L'incubo del 16enne, originario del Texas, è iniziato lo scorso mercoledì, quando insieme alla classe e agli insegnanti, tutti provenienti dagli Stati Uniti, è arrivato a Marina Grande. Nella confusione e nell'euforia che qualsiasi adolescente prova alla sua prima visita all'estero, Jedd ha azzardato un tuffo in acqua. Non avrebbe mai immaginato che quel tuffo, per uno che come lui non sa nuotare, avrebbe potuto essere fatale. Sono bastati pochi istanti e il giovane ha cominciato ad annaspare, si era allontanato troppo dalla spiaggia e aveva cominciato a bere acqua. I soccorsi sono scattai immediatamente, mentre le urla dei compagni di classe allarmavano gli insegnanti e gli altri bagnanti. I primi ad assistere Jedd sono stati i sanitari del 118 che lo hanno rianimato e trasportato al Capilupi.
 
I primi accertamenti effettuati dai medici del Capilupi hanno accertato la criticità delle condizioni cliniche del minore, soccorso per «annegamento», come si legge nel referto che riferisce anche l'orario del trasferimento per Napoli in eliambulanza, con partenza da Capri alle 15,15.

Il ragazzo è stato trasportato all'Ospedale del Mare dove è stato sedato e intubato per stabilizzare le sue condizioni e valutare la pratica di una broncoscopia e di altri esami necessari per monitorare la presenza di liquidi nei polmoni e nelle vie aeree. Jedd è stato preso in carico dall'unità operativa complessa di Rianimazione, diretta da Pio Zannetti che ha coordinato tutte le operazioni necessarie a risolvere la grave insufficienza respiratoria. «Abbiamo mantenuto la ventilazione e la sedazione farmacologica per 48 ore fino a estubarlo ma un elemento che riteniamo significativo per la ripresa del giovane è stata sicuramente la nostra Rianimazione aperta - precisa Zannetti . Si tratta di una peculiarità del nostro presidio dove i familiari possono trattenersi più a lungo e senza orari fissi accanto ai pazienti. Questa presenza aiuta la ripresa».

Joseph e Berthilla Gahgmane, genitori di Jedd, hanno visto il 16enne ancora sedato, all'una e mezza di notte, un giorno dopo il suo ricovero, e sono riusciti a parlarci a poche ore di distanza dall'estubazione. Ora Jedd sta bene e domani potrà ripartire con i genitori per tornare a casa negli Usa. Un lieto fine che la coppia americana ha voluto sottolineare, ringraziando i medici e il personale ospedaliero per l'assistenza ricevuta. «Dobbiamo ringraziare Napoli e la sanità napoletana con tutto il nostro cuore per aver salvato la vita a nostro figlio», ha detto Berthilla, che lavora come infermiera al Memorial Hermann Hospital. A dispetto di tutto quello che a volte si dice in negativo, abbiamo riscontrato un ospedale pulitissimo, attrezzato e ben organizzato con personale di grande qualità e possiamo definire questa realtà un'eccellenza». Parole di encomio sono state pronunciate anche da Zannetti che ha fatto notare «la sinergia e il grande lavoro in rete del 118, con equipaggi ed eliambulanza, dell'ospedale caprese e dell'Ospedale del Mare».
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