Stuprata dal branco a 12 anni, caccia ai filmati anche in Rete

Stuprata dal branco a 12 anni, caccia ai filmati anche in Rete
di Rosa Palomba
Domenica 27 Maggio 2018, 08:30 - Ultimo agg. 15:03
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Invato a Castellammare

Nei vicoli delle cosche la gente di blitz ne ha visti tanti. Decenni di controlli; allora come adesso. Armi, droga, covi per latitanti, alleanze tra clan delle città vicine, ma anche di altre regioni e perfino internazionali. Nel quartiere della criminalità vengono decisi omicidi, taglieggiamenti, vendette. Donne, uomini e bambini sono abituati alle sirene delle forze dell'ordine, avvezzi agli improvvisi ma non imprevisti controlli di carabinieri, polizia, guardia di finanza. Ed è proprio in questi rioni che nei giorni scorsi ha stupito l'irruzione dei poliziotti che questa volta cercavano indumenti soprattutto intimi, dei minorenni denunciati per stupro dalla ragazzina di Gragnano.

Stavolta è toccato a lei subire violenze da un baby branco composto da tre personaggi fra i 14 e i 16 anni di età (il quarto sarebbe stato subito scagionato e nemmeno denunciato). Slip, pantaloni, t-shirt: le tracce biologiche saranno comparate con quelle prelevate alla bambina nel reparto di Ginecologia del San Leonardo di Castellammare. È qui, che alcuni pomeriggi fa, «accerchiata» da mamma, papà e da un ispettore del commissariato diretto dal vicequestore Vincenzo Gioia, la piccola ha varcato la soglia del pronto soccorso. È qui che sono arrivati anche psicologa e assistente sociale che hanno seguito e favorito il racconto-confessione dell'aberrante vicenda. Sequestrati nelle ore immediatamente successive alla denuncia i telefonini di vittima e aggressori: al momento, sembra siano state trovate numerose chat e fotografie tra la bambina che frequenta la scuola media e un componente della baby gang. Il primo riscontro al racconto della minorenne che ha dichiarato di conoscere bene quel ragazzino di cui si fidava, forse colui che l'ha tradita e l'ha proposta ai suoi compagni per il macabro e continuativo «gioco» collettivo. Si tratterebbe di immagini e messaggi non pornografiche, ma la cronistoria della frequentazione è tuttora ai raggi X. Gli investigatori stanno accertando se quelle violenze siano state filmate e inserite in Rete. L'indagine è appena cominciata, fogli su fogli stanno componendo il faldone sottoposto a investigatori e giudici della procura per i minorenni di Napoli. La vicenda appare delicatissima, proprio come tutte quelle che riguardano abusi sessuali sui minorenni e violenze domestiche. A caccia di riscontri anche circa le ragioni che alla fine della lunga storia hanno spinto l'adolescente a svelare i propri dolorosi segreti ai genitori. Non è escluso che abbia avuto un malore o che temesse di essere incinta.
 
Non è un buon momento per Castellammare, le sue periferie, le città del comprensorio. E ieri, ormai a meno di due settimane dalle elezioni amministrative, durante il confronto fra i candidati organizzato al Palazzetto del Mare dal Forum dei Giovani, mentre qualche politico ha cercato di gettare acqua sul fuoco acceso dallo scandalo dello stupro di gruppo per «non mettere la città in cattiva luce», le iscritte al Centro italiano femminile hanno esposto cartelli con messaggi chiari: «Le donne abusate vanno credute, sostenute e protette».

E se c'è chi vorrebbe che fosse tutta una fake, che non emergessero i nodi sociali della città, carabinieri e polizia sono alle prese con una «stagione» da record. La recente vicenda della dodicenne; lo stupro della turista inglese in un hotel di Meta di Sorrento; la violenza denunciata da una quindicenne di Boscoreale; le due donne uccise a Terzigno dai propri ex nonostante le numerose denunce; ancora una quindicenne di Piano di Sorrento sfuggita due sere fa alla violenza di un giovane da cui aveva accettato un passaggio e che invece l'aveva portata nell'edificio abbandonato delle Terme; fino alla tredicenne trovata in auto in situazioni di intimità con un uomo di 34 anni. Prima di tutti questi episodi, quello dell'adolescente di Pimonte stuprata ripetutamente da un branco di minorenni, filmata e ricattata. Alla fine, la famiglia della vittima ha deciso di trasferirsi in Germania. Un inquietante elenco che rappresenta soltanto le atrocità emerse in pochi mesi appena e soltanto nel raggio di pochi chilometri. Adesso, operatori sociali, educatori e parroci si interrogano: individuare contromisure è un'emergenza.
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