Coprifuoco a Napoli, prima le strade deserte poi scoppia la guerriglia urbana

Coprifuoco a Napoli, prima le strade deserte poi scoppia la guerriglia urbana
di Paolo Barbuto
Sabato 24 Ottobre 2020, 09:43 - Ultimo agg. 25 Ottobre, 08:33
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Napoli è deserta ma non dorme, lungo il percorso dal Vomero al Lungomare, quando il coprifuoco è scattato da un briciolo di minuti, individui un mondo di persone che s'interroga dietro le finestre illuminate delle case: cosa succederà? Napoli non riesce a dormire perché il silenzio delle strade è irreale e mette l'ansia proprio come nei giorni del lockdown che sembrano lontani e invece si stanno riavvicinando, sono dietro l'angolo e mentre arrivano si trascinano il peso enorme delle polemiche e delle tensioni.
La città che scopre il coprifuoco è triste, sconsolata, colorata dal blu ritmato dei lampeggianti delle auto di servizio. A Santa Lucia scoppia la guerriglia, assalto al palazzo della Regione, cassonetti in fiamme, barricate tra gruppi di giovani e forze dell'ordine. Picchiati giornalisti e carabinieri.

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LA MOVIDA
Il venerdì notte del divertimento prevederebbe un po' di cena e poi tour fra locali, musica, ballo. Al Vomero le stradine dei pub sono deserte già dalle nove e mezza, piccoli gruppi di adolescenti giovanissimi escono dai locali, i baffi di maionese, nessuno entra a sostituirli; il coprifuoco inizia ben prima di quello ufficiale. A via Aniello Falcone fino alle dieci c'è un triste viavai di giovani adulti che tra un po' si sentiranno soli senza il bicchiere tra le mani e gli incontri ai tavolini, poi restano solo i fedelissimi, pronti a un oscuro brindisi d'addio a pochi minuti dal coprifuoco: cin cin senza un motivo reale, solo per scacciare la paura del mostro che si sta ripresentando. I vicoli del centro storico si sono svuotati già nel pomeriggio e non sono mai più tornati vivi. Davanti alle pizzerie più note, già da tempo non c'è più la fila, nella sera del coprifuoco i tavoli occupati sono stati pochissimi, i più audaci sono entrati alle otto di sera e dopo un'oretta già erano fuori.

Poi più nulla, solo l'attesa della chiusura forzata, delle saracinesche abbassate.

 


IL MARE
Nei vicoli della Movida molti localini e bar non hanno nemmeno aperto. Inutile sprecare energie per un lavoro che inizia a decollare all'una di notte se non si può stare aperti a quell'ora e se la gente deve starsene a casa.
Sul lungomare in prima serata i clienti alle pizzerie sono impalpabili: su tutta via Partenope alle 21 abbiamo contato 36 tavoli occupati. Nulla, praticamente. Prima del blocco, però le auto c'erano: una marcia funebre a passo lento - dietro ai finestrini occhi strabuzzati a guardare il golfo scuro - è come se quelle persone stessero dicendo addio a qualcuno, a qualcosa: c'è un sapore amaro in quel lento avanzare che, però, sparisce intorno alle dieci di sera per lasciare spazio al nulla. Un pizzico di traffico si ripropone proprio alle 23, ma è per colpa del caos delle proteste.
Dalla parte opposta al Castel dell'Ovo, davanti agli chalet di Mergellina già da giorni è tutto fermo. Anche lì gli ultimi audaci si allontanano verso le dieci per raggiungere casa prima del coprifuoco. Lì il venerdì sera non è mai iniziato, nemmeno alle otto di sera c'era gente due o tre i tavolini occupati, l'aria era spettrale già in quel momento. Così l'attesa delle 23, diventa un lungo e drammatico conto alla rovescia al quale si arrendono in tanti prima che scatti lo zero. Serrande chiuse, tutti a casa.

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LA TENSIONE
Risalire Posillipo deserta e non incrociare nessuno, non è una sensazione esaltante. Il trillo del cellulare provoca un sobbalzo: «Al Vasto ci sono le solite compagnie di stranieri che fanno casino per strada». Raggiungere la parte opposta della città, col coprifuoco, è roba da nemmeno dieci minuti di marcia. Però in quei dieci minuti, evidentemente, la comitiva che faceva baldoria è stata sciolta perché anche nelle strade di quella Napoli lontana dalla movida regna il silenzio. Eppure anche in quelle strade, dietro alle finestre, si riconoscono decine di sagome attaccate ai vetri per capire cosa succede, se il silenzio irreale è quello che preannuncia la tempesta o è quello che porterà serenità. A Santa Lucia è tutta un'altra storia: guerriglia urbana, violenza, che purtroppo riportano Napoli in prima pagina nella prima serata di lockdown.

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