Covid a Napoli, 80 posti letto nelle cliniche private ma solo per i pazienti con sintomi meno gravi

Covid a Napoli, 80 posti letto nelle cliniche private ma solo per i pazienti con sintomi meno gravi
di Maria Chiara Aulisio
Martedì 10 Novembre 2020, 08:00 - Ultimo agg. 16:14
4 Minuti di Lettura

Sono due le case di cura accreditate che, al momento, hanno accolto i primi pazienti Covid: Villa Angela in via Manzoni e la clinica Santa Patrizia a Secondigliano. In totale circa ottanta ammalati tutti ricoverati a bassa intensità di cure. Vale a dire con sintomi meno gravi che non richiedono assistenza in terapia intensiva o semintensiva.

Un accordo - quello siglato tra la Regione Campania e le cliniche - in base al quale si sarebbero dovuti recuperare circa un migliaio di posti letto per dare un po' di fiato agli ospedali cittadini ormai al collasso. Per adesso sono più o meno ottanta ma - a breve - il numero dovrebbe aumentare: a partire dal 23 novembre anche l'Hermitage, la casa di cura di Capodimonte, metterà a disposizione degli ospedali che ne faranno domanda sessanta posti di degenza ordinaria ai quali vanno aggiunti quelli di Villa Betania, Fatebenefratelli e Camilliani. «Pronte a partire anche l'ex Villa Camaldoli e il Clinic Center - spiega Sergio Crispino, presidente dell'Aiop, l'Associazione italiana ospedalità privata - aspettiamo solo l'attivazione da parte delle Asl.

Quando arriveranno le richieste noi siamo pronti».

LEGGI ANCHE Terapie intensive, i ricoveri quotidiani sono quasi il doppio 

Mariano Ieluzzi, proprietario di Villa Angela, lo definisce un vero e proprio «atto di coraggio». «Se abbiamo risposto positivamente all'appello della Regione - spiega - è stato anche per una questione di solidarietà. In una situazione così drammatica è giusto che ognuno faccia la propria parte, ma posso assicurarvi che trasformare una clinica in centro Covid non è facile». Ottanta pazienti in tre giorni: «Abbiamo ancora diciotto posti liberi - aggiunge Ieluzzi - se andiamo avanti così verranno occupati in poche ore». A Villa Angela sono arrivate quattordici ambulanze dal Cardarelli, una decina dal Vecchio Pellegrini, il resto da Cotugno e Ospedale del mare. «È chiaro che accogliamo i pazienti meno gravi - conclude il proprietario di Villa Angela - qui non abbiamo nè terapie intensive nè rianimazione. L'ossigeno? Quello sì, c'è un impianto generalizzato che ha funzionato molto bene anche durante l'emergenza dello scorso marzo quando pure abbiamo aperto le porte della nostra casa di cura ai pazienti Covid».

Video

Da via Manzoni a Secondigliano. Clara Ugliano, anestesista, referente della clinica Santa Patrizia, ha messo a disposizione novanta posti letto. Dallo scorso venerdì ad oggi sono arrivati quaranta pazienti ma sono già state accettate altre venti richieste: «Il problema è che mancano pure le ambulanze per il trasporto - spiega l'anestesista - altrimenti credo che saremo già al gran completo». Villa Patrizia per accogliere i pazienti affetti dal Covid ha chiuso tutti gli ambulatori spostando le emergenze a Villa delle Querce: «Lì abbiamo il pronto soccorso ginecologico - aggiunge Clara Ugliano che gestisce anche la clinica di via Battistello Caracciolo - ragion per cui non è stato possibile trasformarla in centro Covid. La scelta è stata quella di mettere a disposizione delle Asl Villa Patrizia mantenendo invece a Villa delle Querce l'assistenza ordinaria». Anche a Secondigliano solo pazienti a bassa intensità cioè con una ossigenazione mai al di sotto del 90 per cento, un indice molto importante che rileva la quantità di ossigeno circolante nel sangue e da cui dipende la funzionalità respiratoria di chi è stato colpito dal virus. In questi casi - conclude l'anestesista - usiamo maschere e occhialini nasali per ossigenoterapia.

E veniamo ai costi. Mediamente la Regione Campania per un paziente affetto da Covid paga ai proprietari delle case di cura accreditate un forfait che si aggira intorno ai 2mila cinquecento euro ma è chiaro che è un numero destinato ad aumentare in base all'assistenza che viene offerta. Diciamo che si tratta di una cifra di partenza da modulare in base alle terapie e ai tempi di permanenza dell'ammalato nella casa di cura accreditata. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA