Coronavirus, sos terapie intensive: liberi solo 70 posti, Napoli è in affanno

Coronavirus, sos terapie intensive: liberi solo 70 posti, Napoli è in affanno
di Ettore Mautone
Giovedì 5 Novembre 2020, 23:53 - Ultimo agg. 6 Novembre, 12:01
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Resta stabile in Campania, attestato a quota 174 (uno meno di ieri), il numero dei malati critici assistiti in rianimazione. Qui sono una settantina i posti ancora liberi su 243 unità intensive che complessivamente (contando anche quelle che servono per far funzionare le chirurgie, i trapianti, i pronto soccorso, arrivano a quota 590). La Campania dunque sfiora appena la soglia del 30 per cento fissata dall’istituto superiore di Sanità e dalla unità tecnica della cabina di regia che a livello nazionale monitora la febbre delle regioni. Ma a vederla da lontano, la malattia provocata da Sars-Cov-2, a raccontare di numeri, di casi sintomatici e asintomatici, sembra uno scenario distante. Ogni volta che si varca la soglia di un ospedale Covid, invece, la percezione cambia, come un secchio d’acqua gelata riporta agli occhi le difficoltà quotidiane di pazienti e operatori.

Al Cotugno nei due reparti per 32 posti, diretti rispettivamente da Antonio Corcione e da Fiorentino Fragranza, ormai tutt’uno con il Monaldi, sono solo un paio i posti di rianimazione liberi. Gli accessi sono continui, il pronto soccorso deborda in uno stanzone che un tempo faceva da accesso agli uffici amministrativi.

La malattia dura a lungo e per dimettere un malato dalla rianimazione possono servire anche quattro settimane o più. Al Policlinico, il professore Giuseppe Servillo di posti ne ha a disposizione 20, più uno per l’Ecmo, una tecnica di circolazione extracorporea in cui una macchina provvede a svolgere il lavoro del polmone quando questo è talmente malato da non funzionare più. I posti sono quasi tutti occupati (9 sono intubati e 9 estubati) tranne uno, quello dell’Ecmo.

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«Una seconda ondata che non ci aspettavamo così. Non abbiamo un attimo di tregua. Siamo sotto pressione è vero, quasi in apnea, ma i malati li curiamo. Ho quattro o cinque pazienti che potrebbero essere dimessi se potessi trasferirli in strutture a bassa intensità di cure». Una possibilità che a oggi viene offerta dalle Case di cura accreditate: 1300 posti anche intensivi e a media complessità che comprendono strutture come Villa dei Fori di Acerra, dotata di pronto soccorso, che mette a disposizione anche unità intensive e semintensive. In pista ci sono anche gli ospedali religiosi come Betania, Fatebenefratelli, i Camilliani. 

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I posti di rianimazione sulla carta ci sono ma poi a contarli a uno a uno, sembrano pochi. Ieri pomeriggio tra Napoli e Caserta se ne contavano massimo una decina. All’ospedale del Mare 12 su 16 erano, tutti pieni i 7 posti di Ariano Irpino mentre ne erano liberi 8 di sub intensiva. Al Moscati di Avellino se ne contavano due (uno di rianimazione ordinaria e un altro per pazienti dializzati da intubare), semaforo rosso a Salerno: 6 su 6 occupati sia al Da Procida sia al Ruggi ma con riserve attuabili da altri reparti se necessario. I Covid modulari di Caserta e Salerno si stanno avviando e dovrebbero dare un grande impulso a una parte dei posti operativi insieme ai 55 pronti a Napoli est per attivare i quali la Asl Napoli 1 cerca il personale per metterli in moto. Qui scade il 9 novembre il bando dei tre concorsi per rinforzare la prima linea del Covid center. Si tratta dell’assunzione a tempo determinato per sei mesi, eventualmente rinnovabili, di 40 dirigenti medici di Anestesia e Rianimazione, 20 dirigenti medici di direzione di presidio ospedaliero e 20 per specialisti di Medicina interna. Sono dunque 80 le unità di personale che la direzione generale dell’Asl Napoli 1 punta ad immettere nel più breve tempo possibile in servizio per dare ossigeno ad un sistema messo fortemente sotto stress dall’aumento dei contagi. Alle procedure di concorso possono partecipare anche i giovani medici che non hanno ancora conseguito la specializzazione, purché si specializzino entro il 30 novembre.  

Deciso a fare l’impossibile per garantire l’immediata iscrizione dei neolaureati è intanto l’Ordine dei Medici di Napoli. Vista l’importanza di dare risposta agli aspiranti medici nell’ambito della drammatica crisi sanitaria, la collaborazione interistituzionale tra Ordini provinciali e Federazione nazionale ha portato ad un’apertura. «Lavoriamo affinché i 79 medici che hanno chiesto di essere iscritti e che ad oggi non abbiamo potuto iscrivere per il blocco interelettorale previsto per norma - dicono il presidente Silvestro Scotti e il vice presidente Bruno Zuccarelli - abbiano la possibilità di iscriversi presso un Ordine limitrofo svolgendo le pratiche amministrative online presso l’ordine napoletano. In un secondo momento potranno “far ritorno a casa”, ottenendo il passaggio a Napoli»

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