Corteo anti-De Luca, attivisti grillini
in piazza accanto ai centri sociali

Corteo anti-De Luca, attivisti grillini in piazza accanto ai centri sociali
Sabato 17 Marzo 2018, 10:21
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Chiuso il capitolo elezioni politiche con un governo ancora senza volto, in Campania sembra già aprirsi la campagna per le elezioni regionali del 2020. Sono già centinaia, infatti, le adesioni formali di comitati e associazioni pronte a scendere in piazza sabato 24 marzo per il corteo denominato «Jatevenne» che partirà alle ore 15 da piazza Mancini per concludersi sotto la sede di Palazzo Santa Lucia ed invocare lì le dimissioni del governatore Vincenzo De Luca. In prima linea «per la difesa della nostra terra» soggetti che ruotano intorno al sindaco Luigi de Magistris, che non ha nascosto di recente l’ipotesi di una sua candidatura alla Regione. «Molti spingono perché io accetti in qualche modo la candidatura alla Regione, tanti miei collaboratori e alleati, tante persone a me vicine, mia moglie e mio fratello, ritengono che io possa essere candidato ideale per guidare la Regione Campania dal 2020: è chiaro che di fronte a tante richieste io ci penso», ha detto. 

E se i centri sociali e le associazioni di base che già gravitano intorno al mondo arancione di Dema - da Insurgencia a Rete Commons passando per Comitati Fuochi, Collettivi studenteschi, Salviamo il Pellegrini, Asilo 31 di Benevento, Salviamo il Pellegrini, Unione degli Studenti, Ex Opg - si stanno schierano preventivamente, alla manifestazione a titolo personale stanno aderendo anche esponenti del Movimento Cinquestelle. A tendere la mano ai grillini, con la speranza di conquistare quei voti arrivati a frotte in Campania lo scorso 4 marzo, è proprio il primo cittadino, ma i massimi dirigenti pentastellati gli hanno risposto picche. A sfidare De Luca tra due anni vorrà essere il capogruppo M5S Valeria Ciarambino, per nulla disposta ad un passo indietro per un’alleanza con de Magistris e compagnia. Una compagnia da anni impegnata sul fronte della difesa ambientale sin dai tempi dell’era Bassolino con lotte sulle discariche e contro l’inceneritore. Innamorati dell’inchiesta di Fanpage, ne hanno preso spunto per dare battaglia ed invitare al corteo. Si tratterà dell’ultima fase di un percorso di protesta culminato con il lancio di sacchetti all’ospedale di Pozzuoli all’indirizzo proprio del presidente della Regione. «Il reportage Bloody Money di Fanpage mostra la classe politica della Campania disposta per l’ennesima volta a contrattare con le camorre e l’imprenditoria collusa per ottenere soldi e voti in cambio di appalti gonfiati o canali illegali relativi allo smaltimento dei rifiuti. Dalle liste della destra eversiva di Fratelli d’Italia all’establishment della famiglia De Luca, il quadro di disprezzo nei confronti della cosa pubblica è ormai innegabile», hanno scritto i membri di Stop Biocidio. 
Nel mirino, appunto, De Luca che - secondo la loro visione - sarebbe dovuto cadere. «Invece dimostra ancora una volta di considerare la Campania come un suo personale feudo, a scapito della legalità e del consenso cui dovrebbe sottostare chiunque sia incaricato dell’amministrazione del territorio».

 

Il Pulcinella che brandisce i sacchetti di spazzatura nella locandina dell’evento fa capire intenzioni e programma: tracciare un filo rosso tra la gestione bassoliniana a quella deluchiana. «Non serve ricordare che questo è l’ultimo capitolo di una storia lunga: quella dei poteri forti che hanno massacrato la nostra regione, accordandosi con le ecomafie e coprendo i loro crimini con il peggio della retorica razzista antimeridionale; quella che negli anni passati ha provato a convincerci che i tassi di mortalità per tumori della nostra regione dipendevano dai nostri stili di vita, dal sottosviluppo della nostra agricoltura, dalla nostra natura di lazzari e straccioni. Avevamo ragione quando dicevamo che i meccanismi emergenziali servivano a nascondere l’operato scellerato delle imprese incaricate di gestire il ciclo dei rifiuti, quando dicevamo che l’esercito, le leggi speciali, i commissariamenti servivano unicamente a sottrarre la nostra terra dal controllo popolare». Il corteo avrà quindi una forte connotazione politica a lungo raggio perché «se De Luca non si ferma davanti alle inchieste, alla magistratura, alle elezioni, dovrà necessariamente fermarsi di fronte ad un popolo». Un clima teso e pesante, quindi, come sottolineato con un certo timore dallo stesso governatore che aveva annunciato di voler svelare pubblicamente in un dossier il legame tra manifestanti e mondo istituzionale locale, ma poi dopo il colpo delle politiche ha evidentemente desistito.
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