Il depuratore di punta Gradelle inaugurato dopo 12 anni di attesa

Inaugurazione depuratore Gradelle
Inaugurazione depuratore Gradelle
di Ilenia De Rosa
Martedì 24 Luglio 2018, 10:12 - Ultimo agg. 10:16
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VICO EQUENSE - «Le nuove bandiere blu assegnate quest’anno alla costiera sorrentina sono il risultato dell’entrata in funzione del depuratore di punta Gradelle, attivo già dall’estate 2017. La scorsa settimana abbiamo inaugurato l’impianto di Amalfi. Con tali interventi ci avviciniamo all’obiettivo di un mare balneabile dal litorale Domizio al Cilento». Così il governatore Vincenzo De Luca durante la cerimonia di presentazione dell’impianto realizzato a Gradelle, nella roccia tra i Comuni di Vico Equense e Meta, che tratta i liquami provenienti dai paesi della penisola sorrentina. «Soltanto un anno fa si parlava di sversamenti in mare e divieti di balneazione. Oggi mostriamo una struttura dalla tecnologia all’avanguardia, fondamentale per rilanciare l’economia turistica del territorio» continua il presidente della Regione Campania nell’ambito di un’inaugurazione organizzata dopo un anno dall’entrata in funzione dell’impianto. All’evento di ieri hanno partecipato Stefano Albani, presidente della Veolia, Enrico Biscaglia, presidente Sogesid, Michele Di Natale, presidente Gori, Enza Amato, consigliere regionale Pd e amministratori di tutti i Comuni della costiera sorrentina.

I lavori sono stati appaltati nel 2006, la prima pietra nel 2007. Nel giugno dello scorso anno il depuratore di punta Gradelle è entrato in funzione. E i benefici si sono visti subito.
 

Un mare più pulito è quello che oggi bagna le coste della penisola. Inaugurato ieri ufficialmente, l’impianto ha una storia di 12 anni. L'iniziale data indicata come conclusione dei lavori risale al 2011. Anni di attività in cui è successo di tutto: ritardi, fallimento di una delle società impegnate nell’intervento, false partenze, stop improvvisi, imprevisti tecnici. Ma adesso l'impianto è capace di convogliare i reflui provenienti dai paesi della penisola sorrentina, per una popolazione complessiva pari a 140mila abitanti. La portata base del depuratore è di 1250 metri cubi di liquame, il carico massimo di 8500 metri cubi in caso di grandi piogge. Le acque vengono trattate mediante un processo biologico il cui comparto è composto da quattro reattori e rappresenta il cuore dell'impianto. Sono 40 nel complesso le membrane che costituiscono tale settore, 10 in ogni reattore. Sono immerse in vasca ed hanno una porosità di 0,045 micron (millesimo di millimetro). Il processo è questo: si applica una depressione tramite una pompa così l'acqua attraversa la membrana e tutto ciò che è al di sopra di 0,045 micron viene bloccato. Per cui ne esce acqua depurata. Poi c’è la grigliatura grossolana e fine per bloccare il materiale solido proveniente dai Comuni della costiera. Si tratta di sedici quintali di materiale al giorno che prima finivano in mare.

«È un’opera di livello complesso, una soluzione che risponde a tante esigenze: impatto ambientale salvo, mare più pulito, depurazione che avviene nel cuore della montagna. Una struttura all’avanguardia in Europa» afferma Enrico Biscaglia, presidente Sogesid. L’impianto sarà gestito dalla Gori. «La società ha preparato tutte le sue attività affinché la gestione venga fatta in maniera corretta anche se ci sono delle piccole cose ancora da sistemare. Ci auguriamo di poter risolvere in tempi brevi anche altre problematiche relative alle fognature che affliggono questo territorio. Per la separazione delle acque bianche e delle acque nere in penisola sorrentina siamo oltre al 50 percento. Ma è necessario completare una serie di collettori e adduttori delle acque nere di prima pioggia di impianti di depurazione. Problema che si riscontra anche nella zona sarnese e vesuviana» spiega Michele Di Natale, presidente Gori.
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