Il Covid le ha portato fortuna e 482mila euro che userà «per fare beneficenza». È la storia a lieto fine di Angela D’Ottavi che, a 100 anni compiuti, ha vinto il virus della pandemia ed è diventata ricca grazie ad un’inaspettata scoperta tra le mura domestiche. L’anziana napoletana, durante l’isolamento per il Coronavirus che, fortunatamente, ha sconfitto senza dover ricorrere alle cure ospedaliere, ha rinvenuto un buono postale fruttifero degli anni ‘80. La nonnina non avrebbe mai immaginato che proprio quel titolo che aveva dimenticato per anni, le avrebbe cambiato la vita.
«Questi soldi mi serviranno anche per fare tanta beneficenza» racconta sorridendo Angela che, da quando era poco più che una ragazza, non ha mai smesso di compiere gesti di solidarietà e generosità nei confronti dei più bisognosi. La centenaria, nata, vissuta e ancora residente nel centro storico di Napoli, non si è mai risparmiata, mostrando slanci di grande altruismo senza mai far pesare la sua condizione di benestante e ora, «la felicità sarà poter aiutare ancora di più gli altri» spiega la donna che non ha figli e vive con la sua badante.
«Il buono fruttifero rinvenuto da Angela le era stato fatto dal padre con la propria liquidazione e aveva un valore nominale di 50 milioni di lire» spiegano gli avvocati Luigi De Rossi e Samantha Faiella, intervenuti con l’associazione “Giustitalia” «perché l’importo a cui aveva diritto l’anziana, era molto di più di quello stabilito in un primo momento da Poste italiane». Alla centenaria che, insieme al suo amministratore di sostegno si era rivolta all’ente associativo per chiedere aiuto nel rimborso del buono, era stato comunicato un importo «effettuato con un calcolo al ribasso ammontante a poco più di 200mila euro» spiega De Rossi. «In realtà ad un esame più attento della giurisprudenza di merito e delle recenti decisioni dell’Arbitrato Bancario Finanziario - aggiungono i legali - è emerso che l’importo dovuto era praticamente più del doppio di quello prospettato da Poste italiane». «I tassi di interesse che devono essere applicati sono quelli stampati sul retro del buono e non quelli notevolmente inferiori che si sono succeduti nel corso degli anni» sottolineano i legali che tramite l’associazione “Giustitalia” si occupano della riscossione di buoni postali e titoli di Stato in odor di prescrizione. «Angela ha deciso di agire legalmente per la riscossione della somma, ma, c’è da dire che, un italiano su cinque possiede un buono postale, spesso sottovalutato» conclude De Rossi.