Covid a Napoli, morto Luigi Panico: fu attore teatrale e speaker radiofonico

Luigi Panico detto “Giggino Paghitella”
Luigi Panico detto “Giggino Paghitella”
di Enrico Ferrigno
Lunedì 16 Novembre 2020, 18:40 - Ultimo agg. 18:47
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Ancora una vittima del Covid, è la settima dall’inizio della pandemia, la terza in appena tre giorni. Si tratta di Luigi Panico, 72 anni molto noto in città per la sua attività di attore nelle compagnie teatrali per oltre trent’anni e storico speaker delle radio private negli anni ‘70 ed ‘80 del secolo scorso. La morte sarebbe sopraggiunta in modo fulmineo, non lasciando scampo all’anziano attore che da una settimana aveva scoperto di essere positivo manifestando i sintomi dell’infezione improvvisamente aggravatisi. 

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Luigi Panico, conosciuto con il nomignolo di “Giggino Paghitella”, era figlio d’arte, suo padre Pasquale, di mestiere barbiere, era un noto autore di sceneggiate napoletane ed a sua volta componente della “Fiorente”, la prima compagnia teatrale di Acerra nel 1932 diretta da Pasquale Coletta, detto "a Nenna".


Luigi Panico era molto amato per il suo carattere gioviale e la sua morte ha suscitato una diffusa commozione in una città preoccupata per la continua escalation dei contagi.

Lo score dei positivi segna ad ieri 1059 casi secondo i dati forniti dall’Asl Napoli 2 Nord (1014 per il portale del Comune, poi successivamente corretto) di cui 31 nuovi in appena 24 ore. In pratica, fanno rilevare le autorità sanitarie, c’è un contagiato ogni 56 abitanti. Ma i dati dei positivi potrebbero essere ancora più elevati.

Per i medici di base locali sulla base dei pazienti affetti da Covid in cura presso ognuno dei 36 dottori presenti ad Acerra, il numero dei contagiati  potrebbe addirittura raggiungere la ragguardevole cifra di oltre 1400 casi, di cui una buona parte non conteggiata dal sito ufficiale del Comune, finito sotto accusa per l’ incompletezza dei dati riportati. 


Nei giorni scorsi ad essere stroncati dal virus, suscitando grande commozione in città,  sono stati il professor Pietro Russomanno e l'anestesista Giuseppe Sessa. 

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