Crac Deiulemar, mancati controlli:
così i creditori sono stati beffati

Crac Deiulemar, mancati controlli: così i creditori sono stati beffati
di Aniello Sammarco
Sabato 15 Giugno 2019, 10:23
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Il tribunale di Roma respinge la richiesta di condanna degli organismi deputati al controllo, imponendo ai creditori un maxi-pagamento in favore delle parti chiamate in causa: è amaro il verdetto per gli obbligazionisti Deiulemar. Una cinquantina di loro aveva infatti deciso di ricorrere ai giudici perchè facessero chiarezza sul ruolo di Consob e Kpmg, organi tenuti a vigilare sulle operazioni in bilancio dell'ex colosso armatoriale fallito sette anni fa e nel quale quasi 13.000 persone hanno perso oltre 720 milioni di euro. Ebbene, la seconda sezione civile (presidente Francesco Oddi) ha depositato la propria sentenza, non solo cancellando le speranze degli investitori di recuperare quasi 4 milioni (questa la cifra richiesta), ma condannandoli a complessivi 88mila euro (oltre rimborso delle spese forfettarie del 15%, Iva e cpa).

IL RICORSO
I fatti: nei giorni del crac, tra gli obbligazionisti si diffonde la convinzione che tra i responsabili della sottrazione dei fondi vi siano anche gli organismi deputati al controllo dei conti, Consob e Kpmg. Migliaia di risparmiatori intraprendono le vie giudiziarie, molti al foro di Torre Annunziata. C'è invece chi, una cinquantina di risparmiatori, sceglie il tribunale di Roma. Che però è andato nella direzione opposta rispetto a quanto auspicato dagli obbligazionisti. Per il tribunale, Consob e Kpmg non sarebbero state responsabili delle condotte imputate agli armatori. «In concreto sottolineano i magistrati non sono stati evidenziati dagli attori elementi di falsità o anche solo di ambiguità o reticenza nei prospetti riportati, né è previsto dalla legge un controllo di merito sulle opportunità dell'operazione di investimento. D'altronde il prospetto aveva ad oggetto le obbligazioni cosiddette regolari, mentre gli attori agiscono in qualità di danneggiati titolari di obbligazioni irregolari».

 

Per i giudici inoltre non corrisponderebbe al vero «il fatto che la Banca d'Italia avesse già nel 2002 fornito informazioni sulle attività di raccolta del risparmio da parte della Deiulemar». Per i magistrati romani «dalla documentazione in atti risulta invece che la prima volta che è emerso il fenomeno delle obbligazioni irregolari è stato nel gennaio 2012, quando Deiulemar Holding spa, socio unico di Deiulemar compagnia di navigazione, aveva emesso un comunicato stampa con cui informava di avere provveduto a presentare esposto alle autorità giudiziaria in merito all'emersa circolazione di certificati irregolari di tipo obbligazionario al portatore intestati alla Deiulemar».
LA REAZIONE
Insomma, Consob e Kpmg questa la conclusione dei magistrati non potevano sapere che i soldi portati dagli investitori finivano su conti intestati agli armatori. Di qui la condanna, che inevitabilmente ha fatto scattare l'allarme anche sulla parallela azione legale avviata da migliaia di obbligazionisti a Torre Annunziata. Alcuni avvocati stanno informando i loro assistiti, come spiega Antonio Cardella, che segue diverse centinaia di risparmiatori Deiulemar: «Nonostante non condivida nel merito la sentenza del tribunale di Roma, in quanto tuttora convinto che vi sia stata una responsabilità degli organi che erano deputati al controllo, tuttavia l'obbligo professionale e soprattutto morale di un avvocato è informare i propri assistiti su eventuali mutamenti che possono influire negativamente anche su altri procedimenti in corso, diversi per i soggetti ricorrenti ma identici nell'oggetto, o rappresentare un pericoloso precedente. Lasciando poi alle persone la decisione se continuare o meno nel giudizio».
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