Crolli a Napoli, allarme edifici da Chiaia alla Sanità: «La mappa dei rischi»

Tragedia evitata al Maschio Angioino ma anche al Mann e Galleria Principe

Transenne nella Galleria Principe
Transenne nella Galleria Principe
di Gennaro Di Biase
Domenica 15 Ottobre 2023, 22:54 - Ultimo agg. 17 Ottobre, 07:26
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Pioggia di massi e calcinacci dai monumenti napoletani che perdono pezzi. La mappa del rischio è estesa e riguarda location centrali e affollate della città. In certi casi parliamo di criticità croniche, che si trascinano da anni, nei siti storici più importanti della città. Il distacco di calcinacci dell’altro giorno al ponte di Chiaia è solo l’ultima delle tragedie sfiorate, in ordine cronologico, in tempi ecenti ma le emergenze sono state diverse. Infatti è arrivata a poche ore di distanza dal crollo di un masso dal Maschio Angioino che per fortuna non ha provato danni.

Senza l’intenzione provocare allarmismi, ci limitiamo su queste pagine a segnalare i monumenti che aspettano la manutenzione prima che la situazione possa precipitare. Prima di procedere va fatto un distinguo: ogni sito è un caso a sé. Ma in linea generale i beni possono essere del Demanio (cioè di proprietà dello Stato), oppure di Palazzo San Giacomo. Nella lista dei crolli recenti, che vedremo tra poco, figurano siti storici e monumentali che rientrano in entrambe le gestioni. L’ultimo crollo è avvenuto nel cuore del passeggio e dello shopping, dal ponte di via Chiaia. Pioggia di calcinacci e nessun ferito.

La fortuna, di sicuro, ha contribuito in questo caso a evitare tragedie e non è la prima volta che grazie al caso viene evitato il peggio. Lo stesso era capitato cinque giorni prima, sul marciapiede di via Acton affollato da decine di studenti e gruppi di turisti a passeggio: dalla facciata di Castelnuovo si era staccato un masso, precipitato al suolo per circa 10 metri. Più o meno due settimane fa, era stata ferita una turista olandese dopo la caduta di intonaco dalla facciata del Mann, il museo archeologico nazionale, in seguito ai danni provocati verosimilmente dalle scosse di terremoto registrate in questi ultimi tempi.

 

Altri crolli risalgono all’estate, a metà luglio, e riguardano la Galleria Principe (ancora transennata da metà luglio, con pesanti restringimenti alla viabilità dal lato di via Pessina). Restando in tema di fortezze, il Castel dell’Ovo è chiuso al pubblico dallo scorso mese di marzo per lavori e manutenzioni. Castel Sant’Elmo è aperto, ma i barbacani di sostegno ai locali sfasciati dei corallai resistono da quasi un decennio.

Nessuno dei tre castelli partenopei, insomma, è messo bene. Un’altra zona acciaccata ma piena di turisti è Port’Alba: «L’arco è ancora a rischio - spiega Pasquale Langella, editore e libraio della storica via della cultura - Sulla rete di contenimento continuano a piovere calcinacci. L’ultima caduta risale a due giorni fa. Serve un intervento risolutivo: la zona è affollatissima».

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Altro evergreen dei siti turistici malmessi è il Teatro greco-romano dell’Anticaglia. Discorso a parte meritano l’Ospedale degli Incurabili e l’Albergo dei Poveri, in attesa di restyling da anni. Passando a Posillipo, il Mausoleo Schilizzi è perennemente chiuso e devastato. Anche qui potrebbe nascere un flusso di visite che, per ora, resta solo un’ipotesi. Altro grande edificio famoso quanto decrepito è Villa Ebe, su un Monte Echia che aspetta ancora il completamento dell’ascensore.

Qualcosa è stato fatto, invece, nella Galleria Umberto (dove nel luglio del 2014 perse la vita il 14enne Salvatore Giordano, ucciso da un fregio killer). Qui sono state eliminate le impalcature dal lato di via Toledo. Si resta però in attesa delle operazioni sul pavimento, di competenza pubblica. Ponteggi e restyling anche al San Carlo. Lavori ed eliminazione del pericolo sul belvedere di via Cesario Console, nella zona della Galleria Vittoria. Non sono accertati legami con il recente bradisismo flegreo, ma di sicuro la pioggia di calcinacci degli ultimi mesi ha acceso più di un campanello d’allarme nell’opinione pubblica.

E in via Verdi: «La maggior parte dei lavori già eseguiti sono stati fatti con i fondi Unesco - argomenta il consigliere comunale Nino Simeone, presidente della commissione Infrastrutture - In queste ore chiederò la convocazione di una commissione congiunta tra Osservatorio Unesco e Urbanistica per valutare lo scenario dei rischi sui monumenti cittadini. Lo scopo della riunione sarà anche quello di chiedere quali risorse saranno messe a bilancio per la manutenzione dei siti storici. Ci sono alcuni casi che meritano chiarimenti, come quello degli Incurabili, i cui lavori furono promessi da Asl e Comune. In merito all’escalation di crolli degli ultimi mesi, finora la buona sorte ha evitato danni più gravi. Serve anche uno screening sui ponti cittadini». Tornando all’ultimo crollo, quello dell’altra sera del ponte di Chiaia, l’assessore comunale alle Infrastrutture Edoardo Cosenza rassicura: «Si è trattato di un distacco superficiale». Anche qui, il passeggio è sempre intenso. Un altro sospiro di sollievo. Anche se i lavori per il restyling della struttura risalgono solo al 2017: il ponte era stato restaurato per 265mila euro, le infiltrazioni sono tornate in pochi anni.
 

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