Debiti, fine di un incubo a Napoli: «Così ho salvato la casa»

Debiti, fine di un incubo a Napoli: «Così ho salvato la casa»
di Valerio Iuliano
Sabato 13 Febbraio 2021, 23:58 - Ultimo agg. 14 Febbraio, 08:27
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«È una bellissima notizia. Dopo tre anni di inferno ci hanno scontato le pene». A.F. esulta leggendo la sentenza del Tribunale di Napoli che sancisce l’accoglimento del piano di ristrutturazione del debito contratto 5 anni fa con una banca per acquistare un appartamento nella periferia nord di Napoli. Il provvedimento, decretato in base alla legge “salva-suicidi” del 2012, è la fine di un lungo incubo. «Ci avevano pignorato la casa e stavano per metterla all’asta. Il mutuo era diventato troppo oneroso per me da quando nel 2016 la ditta di impianti di climatizzazione per cui lavoro è entrata in crisi. Da quel momento il mio contratto full-time si è trasformato in un rapporto part-time. Poco dopo anche mia moglie ha perduto il lavoro. Abbiamo chiesto alla banca di ridiscutere il contratto. Ci hanno concesso di pagare una rata ogni due mesi». 


Dopo pochi mesi è arrivata la beffa. L’istituto di credito ha modificato nuovamente le condizioni contrattuali. «Un giorno mi hanno chiamato dalla filiale - riprende A.F. - e mi hanno detto che avrei dovuto riprendere a pagare ogni mese. La banca non accettava ritardi. Ho avuto paura per i miei due figli. Sapevo di non poter onorare il debito. Dal recupero crediti mi hanno chiesto di pagare tutto il debito di 120mila euro in tre anni. Impossibile, con un lavoro part-time». La situazione stava per precipitare quando l’appartamento, unico bene di proprietà del nucleo familiare, è stato sottoposto a procedura esecutiva. «Per fortuna mia moglie ha avuto un’intuizione. Si è rivolta ad un noto studio di commercialisti. Sono stati la nostra salvezza». I commercialisti Matteo De Lise e Fabio Iodice hanno risolto il caso, avvalendosi della legge sul sovraindebitamento. Una norma che riguarda coloro che «presentano una situazione di perdurante squilibrio - recita la legge del 2012 - tra le obbligazioni assunte e il patrimonio prontamente liquidabile per farvi fronte, che determina l’incapacità di adempierle regolarmente». Tra i soggetti che possono accedere alle procedure di sovraindebitamento, figurano, oltre ai piccoli imprenditori, anche le persone fisiche. La legge “salva-suicidi” è l’unica via d’uscita per liberarsi da un debito troppo oneroso. La norma offre la possibilità, attraverso un’apposita procedura giudiziale, di estinguere solo i debiti che il cittadino è in grado di pagare, in modo sostenibile e in un lasso di tempo più lungo. 

«È il caso di chi deve pagare il mutuo della casa o altri debiti. Della procedura possono avvalersi - spiega Matteo De Lise, presidente nazionale dei giovani Commercialisti - coloro che si sono indebitati per ragioni indipendenti dal dolo. La procedura prevede che vengano presi in considerazione tutti i debiti e che venga valutata la situazione reddituale del debitore, dopodiché si predispone un piano che viene sottoposto al Tribunale. Io e il mio collega Fabio Iodice abbiamo preparato il piano di ristrutturazione, che è stato omologato». L’esito è stato largamente superiore alle aspettative. «La banca - aggiunge De Lise - ha fermato la procedura esecutiva sull’immobile. Il debito è stato ridotto del 34% e spalmato su un periodo molto più lungo. Senza questa legge, il nostro assistito avrebbe perduto la casa, che sarebbe stata messa all’asta, e, inoltre, avrebbe dovuto pagare comunque il mutuo di 120mila euro». Con il decreto il debito complessivo passa da 134mila euro a 90mila, da estinguere in 12 anni con rate mensili di 600 euro. «Oggi mi sento rinato», conclude A.F. Una vicenda analoga è quello di un giovane che si trova in uno stato di indigenza, dopo aver fatto richiesta di accesso al credito ad una finanziaria per acquistare un appartamento, poco prima di sposarsi.

«Il matrimonio è fallito - spiega l’avvocato Giovanni De Vivo del Foro di Nola - e il mio assistito, dopo essersi separato dalla moglie, si è trovato di fronte ad una massa debitoria spaventosa.

Le finanziarie non avevano valutato correttamente il rapporto tra il suo reddito e il credito a lui erogato. Oggi si trova a dormire sulle panchine dei parchi pubblici. Per questo ho presentato il piano di ristrutturazione al Tribunale di Nola. Noi avvocati abbiamo la funzione di indicare la strada migliore a coloro che senza colpe si trovano in una situazione di insolvenza. Il ragazzo ha un monte debitorio di oltre 150mila euro. La legge sul sovraindebitamento è la sua unica chance - conclude De Vivo - per tornare a una vita normale». 

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