Doppio lavoro, sotto inchiesta
15 professori universitari di Napoli

Doppio lavoro, sotto inchiesta 15 professori universitari di Napoli
di Gigi Di Fiore
Lunedì 7 Maggio 2018, 22:59 - Ultimo agg. 8 Maggio, 09:35
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In principio sono state dieci sentenze su docenti dell’Università Partenope: la Corte dei conti li ha condannati a risarcire lo Stato per importi tra 30mila e 438mila euro. Docenti che, nonostante avessero un contratto di esclusiva a tempo pieno, avevano svolto senza autorizzazione incarichi professionali retribuiti. Un fenomeno diffuso negli Atenei di tutt’Italia, che ha spinto, un anno fa, il Nucleo speciale spesa pubblica e repressione frodi comunitarie del Comando generale della Guardia di finanza ad avviare un’analisi sui docenti universitari con contratto a tempo pieno. Analisi partita da una serie di banche dati informatici.

A Napoli, ha lavorato il Nucleo di polizia tributaria guidato dal colonnello Giovanni Salerno. Il primo screening ha riguardato le facoltà di Ingegneria e Architettura nelle Università Federico II e Vanvitelli. L’ipotesi del danno erariale si concretizza sull’indennità in busta paga riconosciuta a chi svolge attività universitaria in esclusiva. Indennità intascata, nonostante la violazione dell’esclusiva. Sotto esame sono state all’inizio le posizioni di duecento docenti. Dalle verifiche, attraverso anche acquisizioni di documenti con la collaborazione delle strutture universitarie, sono stati individuati 15 docenti nella provincia napoletana. Due a Napoli città. Secondo l’ipotesi di accusa, svolgevano attività di consulenza per Comuni e società private su collaudi di strutture. 

Da qui la segnalazione al pubblico ministero della Corte dei Conti della Campania, Ferruccio Capalbo. I docenti sono stati sentiti, ma non tutti hanno ricevuto il cosiddetto invito a dedurre. Da questa prima attività, conclusa alla fine dello scorso anno, sono nate ulteriori indagini su deleghe della Corte dei conti. Dopo Architettura e Ingegneria, da gennaio il Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza ha avviato così verifiche in altre facoltà: Giurisprudenza, Medicina, Scienze politiche. Gli accertamenti sono ancora in corso e seguono gli stessi criteri delle prime indagini.

Fino a questo momento, in tutta la regione sono 49 i docenti universitari su cui la Corte dei conti campana ha ricevuto segnalazioni dai diversi Nuclei di polizia tributaria. Quindi 34 in totali quelli al lavoro nelle Università di province diverse da Napoli: Salerno e Caserta soprattutto.

 

Nei rapporti della Guardia di finanza si spiegano i criteri che individuano le attività in contrasto con il contratto di esclusiva. È ammessa la «collaborazione scientifica» pura, ma quando la consulenza riguarda la «risoluzione di problematiche concrete» si sarebbe di fronte ad un vero incarico professionale. Un elemento individuato anche nella sentenza contabile di uno dei primi processi su questa materia. Riguardava un docente di Ingegneria di Salerno. La prima sezione centrale d’appello della Corte dei conti, presieduta da Enzo Rotolo, condannò il docente ad un risarcimento allo Stato di 34mila euro. In primo grado erano 64mila. Nella sentenza si scriveva che l’incarico al professore «non era una consulenza in materia scientifica, ma forniva soluzioni a problematiche concrete, quindi si trattava di svolgere in concreto attività libero professionale».

Una decisione che, insieme con le sentenze contabili sui docenti della Partenope, fa da precedente di giurisprudenza. La Procura della Corte dei conti campana ha suddiviso tra i sette sostituti le diverse competenze territoriali nelle indagini. I nuclei di polizia tributaria sono al lavoro. Dopo l’estate potrebbero arrivare le conclusioni anche su queste seconde verifiche.
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