Figli in famiglia, assalto all'associazione premiata da Mattarella: rubato il cibo per i poveri di Napoli Est

Figli in famiglia, assalto all'associazione premiata da Mattarella: rubato il cibo per i poveri di Napoli Est
di Giuliana Covella
Venerdì 23 Aprile 2021, 14:04 - Ultimo agg. 24 Aprile, 10:42
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«Quello che hai fatto è un atto di viltà, ma noi ti aspettiamo perché di sicuro anche tu hai bisogno». Carmela Manco, presidente dell'associazione Figli in Famiglia di San Giovanni a Teduccio, si rivolge direttamente all'autore del furto che nella notte tra venerdì e sabato scorso ha portato via dalla sede della onlus omogeneizzati, latte in polvere, biscotti e pannolini. Tutto ciò che serviva a sostenere i tanti neonati di Napoli est e le loro mamme. Un raid che la Manco ha denunciato ieri al locale commissariato di polizia. Intanto la suora laica che nel 2019 il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha nominato commendatore dell'ordine al merito per il suo impegno a favore degli ultimi, ha scritto una lettera aperta al responsabile del raid: «Caro fratello, vieni di giorno e ti aiuteremo», le parole dell'educatrice. 

 

Un lucchetto, un contrappeso fai da te in legno e una porta coperta da un pannello di plexiglass. Un gioco da ragazzi probabilmente per chi si è introdotto all'interno della struttura di via Ferrante Imparato una settimana fa. «Stando ai rumori che si sentono dalle registrazioni delle telecamere - spiega Angelo, uno degli educatori - a chi è entrato è bastato un colpo di spalla e qualche calcio per scardinare la serratura». La porta in questione è quella che dà accesso, tramite un ingresso laterale, a uno spazio all'aperto: dove prima del Covid si organizzavano eventi, come si vede dal palco ancora allestito e dove all'occorrenza l'area si trasforma in un ristorante aperto al pubblico. «Ieri l'abbiamo fatta rimettere a posto da un fabbro - spiega Carmela - ovviamente a spese nostre perché non abbiamo fondi pubblici». In realtà già c'erano stati tentativi di introdursi nella sede. «La prima volta, la notte tra il 13 e il 14 aprile, abbiamo trovato la porta e qualche cassetto aperto, però non mancava nulla. Stessa dinamica è accaduta tra il 15 e il 16. Poi tra il 16 e il 17 hanno messo a segno il colpo, evidentemente per vedere prima cosa poteva servire. La mattina di sabato scorso abbiamo trovato i tavoli nel magazzino vuoti. Non c'era più niente delle centinaia di viveri destinati ai neonati, che hanno un costo abbastanza elevato e sono facilmente trasportabili».

Su chi abbia potuto commettere il reato Carmela non ha dubbi: «Chiunque viene da noi trova le porte aperte e soprattutto disponibilità. Penso a un tossicodipendente che avrà forse scambiato la merce per una dose». Dal 2005 (l'associazione guidata dalla Manco è nata invece nel 1994) gli educatori di Figli in famiglia si prendono cura dei bambini dai 2 anni in su nei locali di un ex stabilimento Cirio: «Sono oltre 200, numeri che si sono chiaramente ridotti con il Covid perché dobbiamo rispettare le restrizioni». «Il nostro impegno è giornaliero, ecco perché ci ha danneggiato il furto - sottolineano Carmela e Angelo - per tante famiglie disagiate, dove ci sono bambini da 0 a 3 anni, quelli che sono stati rubati rappresentano beni primari. Per noi è stato molto brutto dover mandare indietro le tante mamme venute a ritirare quelle cose come ogni settimana. Abbiamo detto loro che non abbiamo più niente e di aspettate qualche giorno, la Provvidenza ci aiuterà come sempre». 

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Già partita intanto la macchina della solidarietà con privati, aziende e associazioni che hanno inviato i prodotti rubati ai bambini. «Stiamo raccogliendo i primi frutti - fa sapere Carmela - ci auguriamo che diventino tanti, per tornare a tendere una mano a queste famiglie bisognose. Chiediamo aiuto a chi può, anche una sola scatola di biscotti per noi è vita». E mentre mostra i generi alimentari che da ieri stanno riempiendo di nuovo l'ex sala teatro adibita a magazzino viveri per il Covid, l'educatrice riflette sugli effetti sociali che la pandemia ha provocato: «Chi ha commesso il raid sicuramente ha avuto difficoltà per sopravvivere. Mi sono fatta l'idea di un giovane che va in giro a chiedere l'elemosina». Proprio all'autore del furto la Manco ha rivolto tramite i social un accorato appello: «L'ho invitato a venire da noi, dicendogli che lo aiuteremo a uscire da questo baratro. In fondo anche lui è uno dei tanti disperati che ha bisogno di aiuto».

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