Operazione Olimpo: il Riesame annulla gli arresti e il boss Di Martino è libero. Anzi, latitante

Operazione Olimpo: il Riesame annulla gli arresti e il boss Di Martino è libero. Anzi, latitante
di Dario Sautto
Venerdì 19 Giugno 2020, 10:08 - Ultimo agg. 10:56
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Il boss torna libero «se non è detenuto per altro», ma in realtà è latitante da un anno e mezzo. Ieri mattina, il Tribunale del Riesame di Napoli ha annullato l'ultima ordinanza di custodia cautelare in carcere per Antonio Di Martino, 39 anni, figlio del boss detenuto Leonardo «'o lione» e attuale reggente del clan di famiglia che dal quartiere Iuvani di Gragnano gestisce le rotte del traffico di droga e la produzione di marijuana nella «Giamaica» italiana creata nei boschi dei monti Lattari grazie alle coltivazioni illegali di canapa indiana. Di Martino junior è sfuggito alla cattura il 5 dicembre 2018 durante l'operazione «Olimpo» che ha portato ad una quindicina di arresti nei quattro clan di camorra dell'area stabiese e da allora è latitante.

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Due settimane fa, però, Antonio Di Martino è stato raggiunto da un nuovo ordine di arresto firmato dal gip del tribunale di Napoli su richiesta della Direzione distrettuale Antimafia partenopea. Se per «Olimpo» sfugge a un arresto per estorsione, stavolta l'accusa era di spaccio di droga aggravato dal metodo mafioso. L'Antimafia aveva ricostruito contatti per la vendita di una grossa partita di marijuana acquistata da Antonio Rossetti, alias «'o guappone», elemento di spicco del clan D'Alessandro. Ieri, però, Di Martino è stato «scarcerato» dal Tribunale del Riesame che ha accolto l'istanza presentata dal suo legale di fiducia, l'avvocato Antonio de Martino, che aveva chiesto l'annullamento dell'ordinanza nei suoi confronti entrando nel merito della vicenda.
 


Dopo la discussione, la richiesta è stata accolta dai giudici, che hanno ordinato la sua liberazione immediata dell'indagato «se non detenuto per altro». Il figlio del capoclan, però, risulta latitante ormai da un anno e mezzo. Nel frattempo, suo fratello Michele Di Martino è a processo per un'estorsione aggravata dal metodo mafioso: prima di Natale, secondo l'accusa, proprio per un regalo che avrebbe dovuto fare il fratello latitante, avrebbe sottratto un suv da 39mila euro ad un autosalone, salvo restituirlo dopo la denuncia della vittima. Due settimane fa, la stessa vittima ha denunciato ai carabinieri di essere stato minacciato dall'altro fratello Vincenzo Di Martino che gli avrebbe imposto di cambiare avvocato e di ritrattare parte delle accuse per Michele. Sulla vicenda, la Dda di Napol con il pm Giuseppe Cimmarotta ha aperto un'inchiesta.

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