I No vax non bloccano i servizi, ma è la Babele dei controlli. Secondo i numeri forniti dalle partecipate e dagli uffici comunali, le sospensioni per assenza di pass (con conseguente mancata retribuzione del lavoro non svolto) sono una dozzina, nel giorno del debutto dell'obbligo di Green pass per i lavoratori del pubblico e del privato. Il caos dei controlli, che in certi casi si sono svolti «sulla parola», si estende però anche a negozi e pubblici esercizi, dove tanti imprenditori si sono ritrovati davanti al paradosso dell' autocontrollo del qr code. Disordini e decine di No pass tra gli operai, che ieri sono stati in presidio in prefettura per protestare. Dura nota di Confesercenti Campania, che parla di «piccole aziende in difficoltà per i costi dei tamponi».
Nel pubblico, i lavoratori assenti ingiustificati, e dunque rimasti fermi e senza retribuzione, ieri sono stati una manciata, stando ai numeri forniti dalle aziende. «Cinque» in Anm, «meno di dieci» in Eav, «zero» in Abc e «zero in Asìa».
Lo dimostrano i controlli vocali. «Ce l'hai il Green pass?», chiede il collega. «Sì», risponde il nuovo arrivato senza mostrare foglio né codice digitale. «Va bene, allora entra». È il controllo vocale del certificato verde, ed è andato in scena ieri, a Palazzo San Giacomo e nei nove cimiteri comunali. «Da quanto mi riferiscono alcuni dipendenti dei cimiteri e di un ufficio a Palazzo San Giacomo - dice Agostino Anselmi, coordinatore di Cisl Fp al Comune - ieri mattina si è proceduto all'ordine di servizio delle verifiche al Green pass, ma senza che il dirigente avesse fornito lo smartphone ai lavoratori. Tantomeno aveva richiesto ai dipendenti di mettere a disposizione i loro cellulari. Di conseguenza, si sta procedendo con controlli a voce. Riteniamo grave questo episodio, e riteniamo grave che chi ha dato la disponibilità al controllo dei pass per il primo giorno si sia ritrovato costretto a controllare anche per i giorni successivi. Quanto ai cimiteri, anche qui non ci sono strumenti, e tra Napoli Servizi, Citelum e una sessantina di comunali, ci entra un gran numero di lavoratori».
Controlli a tappeto, ieri mattina, in piazza Carità, dove la Guardia di Finanza ha verificato il pass per alcuni esercizi. Nelle stesse ore, un presidio dell'Usb era in Prefettura per protestare contro l'obbligo di certificato verde: «Eravamo una cinquantina, noi senza Green pass, all'Hitachi Napoli, ora siamo una trentina - spiega Raffaele Antico, sindacalista Usb e operaio Hitachi - In Alenia so di una quindicina di operai. Avremo ripercussioni sulla busta paga. E le sta avendo anche chi entra con il tampone fatto a spese proprie. Io non ho il Green pass. Perdo circa 150 euro al giorno, tra contribuzione e retribuzione». Discorso diverso va fatto per i lavoratori autonomi, commercianti e non: «Per essere in pace con me stesso - scrive in un post, come tanti, il libraio di Port'Alba Pasquale Langella - essendo un'azienda individuale ho chiesto all'amico di controllarmi il Green pass per aprire». O i tassisti: «Siamo tenuti a comunicare il Green pass alla cooperativa - spiega Enzo Donzelli - Senza certificato non si può lavorare. Se il cliente ci chiede il Green pass, noi siamo tenuti a rispondergli di sì, ma non a mostrarglielo. In ogni caso, più del 90% dei tassisti napoletani è vaccinato». «Dal nostro monitoraggio del primo giorno di obbligo di Green pass - avverte Vincenzo Schiavo, presidente di Confesercenti Campania - emerge che tante piccole aziende sono in difficoltà: a lungo andare il tampone giornaliero è un peso economico insostenibile per le attività (qualora lo offrano) o per il lavoratore».