Inchiesta sui Cesaro: nessuno cita
la Pascale ma i Ros la tirano in ballo

Inchiesta sui Cesaro: nessuno cita la Pascale ma i Ros la tirano in ballo
di Leandro Del Gaudio
Venerdì 26 Gennaio 2018, 22:54 - Ultimo agg. 27 Gennaio, 14:37
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Viene indicata come il possibile «gancio» dei Cesaro a Milano, in vista di una ipotetica opera di sensibilizzazione di Silvio Berlusconi, per ottenere un’assunzione pilotata nell’ospedale San Raffaele di Milano. Sette giorni dopo la notifica di 29 avvisi di garanzia per voto di scambio a carico - tra gli altri di Luigi Cesaro e del figlio Armando - spunta il nome di Francesca Pascale. Non è indagata, non è intercettata al telefono. La sua voce non viene captata in ambientale, probabilmente non viene neppure citata da due o più interlocutori rimasti qualche mese sotto la lente di ingrandimento della Procura di Napoli nord. Eppure il suo nome viene indicato come il possibile trait d’union di una sorta di partita di giro elettorale, tra voti promessi e assunzioni altrettanto promesse al San Raffaele di Milano. Stando infatti alla ricostruzione della Procura di Aversa, i Cesaro vengono coinvolti nel tentativo di garantire alla figlia di un vigile urbano di Marano il via libera all’assunzione nell’istituto ospedaliero fiore all’occhiello della Sanità lombarda. Una ricostruzione fondata su intercettazioni e appostamenti, assieme ad altri capitoli investigativi che potrebbero spingere la Procura aversana a chiedere il rinvio a giudizio dei venti e passa indagati per la storia del voto di scambio. 

Ma cosa c’entra Francesca Pascale? Atti notificati alle parti, migliaia di pagine in questi giorni messe a disposizione di indagati e dei propri legali, si scopre qual è stato il ragionamento investigativo per la storia del San Raffaele. Scrivono i militari del Ros, nella loro informativa spedita mesi fa alla Procura aversana: «Al centro di tutto vi è un ulteriore episodio di corruzione elettorale, in cui è coinvolta una giovane laureata in medicina, che aspirava ad essere assunta presso l’ospedale San Raffaele di Milano, polo ospedaliero e universitario privato della fondazione Centro San Raffaele del Monte Tabor, fondata da don Luigi Maria Verzé, discusso prete deceduto il 31 dicembre del 2011, noto anche per i suoi rapporti con Silvio Berlusconi». Dunque? Qual è il link tra Marano e Milano? «Il padre del giovane medico si rivolgeva ad Antonio Di Guida per assecondare l’ambizione della figlia attraverso le qualificate relazioni politiche dell’indagato. La richiesta di raccomandazione avveniva in piena campagna elettorale per le regionali del 31 maggio 2015, per cui era implicito che il postulante offriva in cambio il bacino di voti che esprimeva. Il Di Guida si rivolgeva infatti a Luigi Cesaro e al figlio Armando, per agevolare il medico, i quali avrebbero potuto soddisfare la richiesta tramite Silvio Berlusconi, attese le note aderenze al San Raffaele del presidente del loro partito, e la compagna Francesca Pascale». 
 
Una ipotesi, tutto qui, di un ruolo centrale nella possibile mediazione che non viene contestato né alla Pascale né a Berlusconi, anche alla luce di un riscontro negativo: alla fine - per essere chiari - l’aspirante medico non ottiene la sua assunzione a Milano e la presunta raccomandazione sostenuta dal Di Guida non va a buon fine. Inutile dire, che non c’è traccia di un intervento di Berlusconi e della sua compagna. Ma le intercettazioni qui sono un fiume. Spesso a fare da protagonista è ancora Antonio Di Guida. Sentiamo che dice a proposito del figlio dell’ex presidente della Provincia: «Se Armando va alla Regione... come ci va alla Regione... io posso spingere anche per altre situazioni pure per... per... sistemare tutte le cose». 

Parola di «allenatore», che è l’alias con cui viene bollato lo stesso Di Guida. 
Inchiesta coordinata dal pm di Napoli Nord Simone De Roxas, la svolta arriva alla fine dello scorso giugno, quando la Dda di Napoli spedisce ad Aversa il filone di indagine per voto di scambio, dal momento che non c’è alcun legame con i clan che giustificherebbe il ruolo dell’antimafia. Un passaggio di atti che non poteva avvenire prima, per evitare di scoprire le carte prima dell’arresto per concorso esterno in associazione camorristica di due fratelli del parlamentare Luigi Cesaro. Difesi tra gli altri dai penalisti Roberto Guida, Vincenzo Maiello, Paolo Trofino, Raffaele Quaranta, gli indagati puntano invece a dimostrare la correttezza della propria condotta nel corso di interrogatori o di memorie di parte. Intanto, a leggere le informative di pg, spuntano anche riferimenti al capitolo di indagine legato all’assunzione nelle Poste. Ricordate la storia delle tessere elettorali da fotografare? A parlarne sono il solito Antonio Di Guida e Luigi De Biase. Dice il primo, a proposito del ragazzo da assumere: «Allora, sentimi, io domani sera alle nove ho appuntamento a Sant’Antimo con Armando, se è possibile poi caso mai gli portiamo il ragazzo e diciamo se può prendere l’impegno, bene, se non lo può prendere...». 
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