La notte è della camorra: doppia stesa a Torre Annunziata, bersagliati uno studio e un'abitazione

La notte è della camorra: doppia stesa a Torre Annunziata, bersagliati uno studio e un'abitazione
di Dario Sautto
Domenica 3 Novembre 2019, 16:30
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Quattro colpi di pistola contro uno studio di consulenza, altri cinque contro l'abitazione di uno spacciatore ai domiciliari. Dopo la bomba a mano lasciata in piazza, la camorra torna a far sentire la sua pesante presenza a Torre Annunziata. E lo fa proprio nella stessa zona dell'insolito ritrovamento. Una notte di fuoco, quella tra venerdì e sabato, nel quartiere di Torre centrale, lo stesso dove giovedì mattina è stato necessario l'intervento degli artificieri della polizia in piazza Imbriani per disinnescare una granata di fabbricazione slava, trovata per caso da un pregiudicato 60enne e senza fissa dimora, Pasquale Gallo, l'unico al momento indagato e detenuto in carcere con l'accusa di aver portato un'arma da guerra in strada, anzi in una delle piazze più trafficate di Torre Annunziata.

Proprio nei pressi del luogo in cui è stata ritrovata la bomba M75, in via Sant'Alfonso de' Liguori, sono stati esplosi intorno alla mezzanotte i primi quattro colpi di pistola. Tutti indirizzati alla saracinesca di uno studio di consulenza commerciale, dove lavorano diversi professionisti di Torre Annunziata. Sul caso indagano i carabinieri della compagnia di Torre Annunziata, che almeno nelle prime fasi non escludono alcuna pista. L'ipotesi racket, in questo caso, sembra alquanto remota. Piuttosto potrebbe trattarsi di un avvertimento di altro genere, per motivi di affari o in seguito a qualche discussione, ma potrebbe essere in qualche modo legato proprio al ritrovamento della bomba, che Gallo avrebbe «pescato» in un cestino dei rifiuti lì vicino. Nel frattempo, i professionisti che gestiscono lo studio di consulenza hanno spiegato di non aver subito minacce né avvertimenti di altro genere. La seconda stesa è avvenuta, invece, in via Roma. Anche in questo caso siamo a poche decine di metri da piazza Imbriani, ma sul versante nord. Il raid è avvenuto poco prima dell'alba e una raffica di proiettili ne sono stati contati cinque è stata scaricata contro il portone di un edificio in cui vive un 29enne, attualmente detenuto ai domiciliari, arrestato per spaccio di droga a febbraio dello scorso anno. L'uomo, ritenuto vicino agli ambienti dello spaccio di droga del Parco Penniniello, ovviamente era in casa e, come da «prassi» in questi casi, non ha saputo dare spiegazioni sull'episodio. Anche sulla seconda sparatoria indagano i carabinieri, che in questo caso si concentrano sulla pista dell'avvertimento maturato negli ambienti dello spaccio. Ma tra via Roma, il Parco Penniniello e piazza Imbriani sembra essersi creato un triangolo ad alto rischio. Da settembre ad oggi sono stati diversi gli episodi: prima l'agguato e due bombe (in un balcone e all'esterno di una pizzeria) tutti concentrati in poche settimane al Penniniello, poi l'esplosione di colpi di pistola contro un altro negozio di via Roma, infine giovedì la bomba a mano trovata sempre nella stessa zona e batta brillare dagli artificieri in piazza Imbriani. Continui e inquietanti segnali, che possono essere collegati ad una faida di camorra che si trascina in silenzio, fortunatamente senza fare vittime, tra dispetti e avvertimenti. Ma quel che preoccupata maggiormente gli investigatori è la circolazione di armi in quei quartieri. Particolare, poi, che fino ad ora nessuno dei raid di piombo sia stato direttamente collegato dagli investigatori alle richieste del racket. Piuttosto si tratta di episodi e liti di natura privata (se non sentimentale) tra le vittime e probabilmente esponenti vicini ai clan di camorra, che per risolvere le questioni si armano di pistole o bombe per chiarire chi ha «ragione».
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