Marano, 25enne colpito in testa da un proiettile: è in coma. La pista passionale

Marano, 25enne colpito in testa da un proiettile: è in coma. La pista passionale
di Cristina Liguori
Sabato 9 Aprile 2016, 08:42
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Marano. La macchia di sangue è ancora lì sull'asfalto, pronta a testimoniare un momento di follia pura che ha visto protagonisti un giovane di 25 anni, Enrico Pezzella, e i suoi aggressori. Il ragazzo è in coma, ricoverato all'ospedale Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli, dove è giunto la notte tra giovedì e venerdì in pericolo di vita. Sulle tracce dell'uomo che gli ha esploso contro un proiettile forandogli il cranio ci sono i carabinieri della Compagnia di Giugliano, comandati dal capitano Antonio De Lise.
 



Esclusa sin da subito la pista camorristica, i militari dell'arma propendono per una vendetta passionale. Il giovane sarebbe stato aggredito a seguito di una scenata di gelosia nei confronti dell'ex fidanzata. Scenata avvenuta però qualche giorno prima. I carabinieri, durante l'intera giornata di ieri, hanno tentato di ricostruire la dinamica dei fatti, sentito persone, testimoni per cercare di capire cosa sia realmente accaduto giovedì notte. La vicenda ha infatti dei contorni ancora poco chiari. La scena dell'aggressione, non ancora ricostruita nei dettagli, si è così presentata agli inquirenti: il ragazzo è stato trovato riverso al suolo, in una pozza di sangue, su via Musella - traversa di via Falcone - senza che nessuno allerttasse le forze dell'ordine.

Un fatto singolare: gli amici che avrebbero assistito a tutta la scena si sono infatti premurati di avvisare soltanto i sanitari del 118.Sono stati poi i medici dell'ospedale san Giuliano di Giugliano, a seguito della visualizzazione della tac, a scoprire quanto accaduto e avvisare i carabinieri. Quando i chirurghi hanno poi scorto il proiettile nel cervello hanno disposto anche il trasferimento del ragazzo alla Schiana di Pozzuoli, dove i sanitari hanno preparato la sala operatoria per un primo rapido intervento. Ma i medici hanno solo potuto ridurre l'ematoma, perché purtroppo la pallottola è rimasta ancora all'interno del cranio e solo nelle prossime ore si potrà decidere come proseguire.Ora bisogna però capire chi ha sparato e perché.

I militari dell'arma hanno sentito i quattro amici di Enrico, che hanno raccontato di un litigio con due persone avvenuto proprio lì su via Musella. Uno dei ragazzi, che si trovava a pochi metri dal luogo dell'aggressione ha raccontato: «All'improvviso ho sentito urlare mentre vedevo alcuni ragazzi scappare. Mi sono avvicinato e ho visto il corpo di un ragazzo a terra. Non mi ricordo se abbiano sparato o meno. So solo che ho avuto paura e che sono fuggito via». Pare che qualche giorno fa il venticinquenne abbia avuto una forte discussione con la sua ex e con i parenti di lei, e che l'aggressione sia legata a questo episodio. Ovviamente i militari indagano ad ampio raggio. Ma la pista che si segue è quella del delitto passionale. Per diverse ore è stata sentita anche l'ex fidanzata, che ha raccontato ai carabinieri dei litigi e dei motivi che hanno condotto alla loro separazione. Motivi che il giovane non accettava, tanto da indurlo a discussioni e scenate.

Dopo ore di interrogatorio, tenutisi nella tenenza di via Lazio, il quadro dell'aggressione si è reso però molto più chiaro.
I carabinieri infatti sono sulle tracce dei due che prima hanno schiaffeggiato e picchiato Enrico, poi lo hanno colpito con una grossa mazza ed infine gli hanno esploso contro un proiettile. Il ragazzo è ora in coma e la prognosi è ancora riservata, ma la sua vita resta appesa ad un filo.

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