Tre napoletani scomparsi in Messico:
inchiesta su 33 poliziotti di Tecalitlan

Tre napoletani scomparsi in Messico: inchiesta su 33 poliziotti di Tecalitlan
Mercoledì 21 Febbraio 2018, 12:28 - Ultimo agg. 19:14
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La magistratura messicana ha avviato indagini per verificare se la polizia sia coinvolta nella scomparsa - il 31 gennaio a Tecalitlan, nello stato di Jalisco - dei tre napoletani: Raffaele Russo, il figlio Antonio e il nipote Vincenzo Cimmino. Un parente ha infatti raccontato che nei loro ultimi messaggi avevano detto di essere stati arrestati dalla polizia locale. Il procuratore dello Stato di Jalisco, Raul Sanchez, ha dichiarato in una conferenza stampa che i 33 agenti della polizia locale di Tecalitlan saranno trasferiti nel capoluogo Guadalajara e che saranno altri agenti di polizia dello Stato a garantire la sicurezza dei 16.500 abitanti di Tecalitlan.
 

 

L’ultima volta che Mario De Vita, altro nipote di Russo, ha avuto notizie dei tre, erano stati arrestati da una polizia in una stazione di servizio, ha riferito ad Afp. «Hanno avuto il tempo di inviare un messaggio vocale» per dire a un altro membro della famiglia che non era con loro «di restare in hotel», ha raccontato De Vita. Poi, il giorno dopo, ha presentato denuncia per scomparsa presso la procura di Jalisco, cosa che è stata confermata ad Afp da una fonte della procura.
 

Il segretario del governo di Jalisco Roberto Lopez Lara ha detto che si «sta facendo tutto il possibile per individuare i tre italiani». Un’ipotesi sotto analisi dalla procura di Jalisco è che i tre italiani vendessero attrezzi di fattura cinese: per il procuratore generale Raul Sanchez Jimenez, si dedicavano probabilmente «alla vendita di impianti di saldatura e diversi strumenti, apparentemente prodotti contraffatti di marchi prestigiosi che vendevano come originali». L’ambasciata italiana in Messico e la sezione speciale della Procura messicana che indaga sui fatti di criminalità organizzata lavorano sulla vicenda.

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