Napoli, è allarme povertà: assalto alle mense, tutti in fila per un pasto

Napoli, è allarme povertà: assalto alle mense, tutti in fila per un pasto
di Maria Chiara Aulisio
Venerdì 4 Ottobre 2019, 07:00 - Ultimo agg. 12:33
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Cresce drammaticamente il numero dei poveri. Le mense della Caritas registrano ogni giorno il tutto esaurito, e i tanti volontari che la sera girano strade e piazze per distribuire un pasto caldo o un panino, stentano a far fronte a tutte le richieste. «I senza dimora sembrano essere raddoppiati: - dice Anna Di Biase, tenace e determinata, che con la sua Spa, ovvero la Società per Amore, mette le migliori energie napoletane al servizio di chi ne ha bisogno - non riesco a spiegarmelo, ma dopo la pausa estiva l'emergenza è esplosa con maggiore forza».
 
La conferma arriva dal coordinatore delle mense diocesane, Giovanni Scalamogna, ogni giorno in prima linea nella lotta alla povertà. E cresce anche il numero di bambini che sempre più spesso mangiano alle mense della Caritas con i loro genitori. «Arrivano intere famiglie - spiega Scalamogna - e non solo di extracomunitari». Già, perché negli ultimi tempi è notevolmente aumentato il numero di napoletani costretto a bussare alle porte della Caritas. Secondo l'organismo pastorale, infatti, a domandare aiuto, sostegno e assistenza nei centri di ascolto sono soprattutto nuclei familiari provenienti dalla città e dalla provincia. Non solo. Di pari passo cresce anche il numero dei disoccupati e quello dei giovani senza futuro e prospettive. E a poco sembra essere servito il reddito di cittadinanza.

Sempre più in difficoltà anche i padri separati, i pensionati, le casalinghe e i lavoratori precari costretti a bussare alle porte del mondo del volontariato per ricevere aiuto e sostegno. «Porto il cibo a uomini che fino a qualche mese fa avevano un lavoro e una famiglia: oggi, non sanno nemmeno dove andare a dormire - prosegue la Di Biase - è difficile da credere ma vi assicuro che è così. L'ultimo che ho assistito è stato un professore di scuola, l'ho incontrato prima dell'estate, dormiva in strada, lo notai perché leggeva sempre, intorno a sè aveva un sacco di libri, soprattutto di arte e storia. Una sera non l'ho trovato più, chissà che fine ha fatto, mi farebbe piacere incontrarlo di nuovo».

Al Binario della Solidarietà, in via Taddeo da Sessa, dove un gruppo di angeli si occupa soprattutto di chi non ha casa, è un via vai continuo. Al punto tale che, per provare a soddisfare le esigenze di tutti, la regola è che si mangia solo su prenotazione. Anche se - dicono al Binario - nessuno verrà mai mandato via a mani vuote: anche solo un panino, un po' di frutta, una pizzetta, qualunque cosa possa riempire lo stomaco. Una realtà fondamentale, quella del Binario, che fa capo all'associazione «Camminare insieme», nata con l'obiettivo di occuparsi dei senza dimora accompagnandoli in un percorso di reinserimento sociale, arginando - non solo temporaneamente - la difficoltà o il disagio che la persona manifesta, ma anche e, soprattutto, restituendole dignità e promuovendone l'autonomia e l'integrazione.

Una grande catena di solidarietà, insomma, che abbraccia tutti i quartieri della città: dal Carmine (nelle adiacenze di piazza Mercato), ai Ponti Rossi, da Santa Lucia a Santa Brigida e Santa Chiara in piazza del Gesù, dalla Stazione fino al centro la Tenda gestito da don Antonio Vitiello, porto sicuro dei vagabondi di Napoli, che serve la cena ai suoi ospiti tutte le sere. Non solo. Perché qui si dorme pure. A turno, ovviamente: il numero di letti è limitato e può essere occupato dalla stessa persona solo per un paio di settimane, poi bisogna cedere il posto. Don Antonio la sua Tenda la piantò nel cuore della Sanità, nel lontano 1981. E questo rifugio per i diseredati lo chiamò così perché l'aveva immaginato come un domicilio di passaggio. Quarant'anni dopo, il suo silenzioso miracolo di umanità offre ogni notte un riparo a tante persone.

È l'unica realtà di Napoli che garantisce ai senza dimora un'assistenza completa: dalla lavanderia al cambio degli abiti, dall'ambulatorio alla farmacia. Poi la mensa che ogni sera mette a tavola oltre cento pasti. Da padre Vitiello le persone possono andare a cenare e fare la doccia anche se dormono altrove. E anche durante le ferie, periodo critico per i clochard. Così padre Antonio, quando i letti sono tutti occupati, pur di accogliere più gente possibile, sistema perfino le brandine nel corridoio del dormitorio.
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