Lunedì di paura a Napoli: un boato, giù calcinacci dalla Galleria Principe

Lunedì di paura a Napoli: un boato, giù calcinacci dalla Galleria Principe
di Paolo Barbuto
Martedì 23 Luglio 2019, 07:30
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Quando le pietre sono venute giù il rumore è stato forte, la paura s'è fatta spazio e le persone hanno temuto il peggio, come accadde all'inizio di giugno a via Duomo quando il povero Rosario Padolino perse la vita sotto il peso di un cornicione venuto giù.

Stavolta a perdere pezzi è stata la Galleria Principe di Napoli, miracolosamente al momento del cedimento non c'era nessun passante così tutto s'è risolto con tanta paura e la richiesta di intervento e di tutela.
 
L'intervento c'è stato, con immediatezza. Il marciapiede sul quale sono piombate giù le pietre, quello che affaccia su via Pessina, è stato transennato. È scattata anche una rapida indagine per individuare il proprietario di quel pezzo di edificio a rischio che è stato rintracciato dalla polizia municipale ed è stato immediatamente raggiunto da un'ordinanza che gli impone di provvedere ad horas, con rapidità, alla messa in sicurezza. Di provvedimenti del genere il sindaco ne firma a decine ogni mese: a ogni angolo c'è un palazzo a rischio, in ogni quartiere c'è un edificio che può generare pericolo, con maggior concentrazione proprio nella parte storica della città.

Non era difficile prevedere che sarebbe successo quel che è successo, bastava sollevare lo sguardo verso la facciata di quell'edificio storico: retine verdi di contenimento ad ogni balcone, ad ogni sporgenza, tutt'intorno al cornicione: insomma, che ci fossero problemi di tenuta della facciata era più che evidente.

All'indomani della morte del commerciante di via Duomo, il presidente di Confimprese commercio Napoli, Vincenzo Perrotta, lanciò un allarme a nome di tutti i commercianti di Napoli e allegò una mappa dei pericoli, dello shopping a rischio: quella mappa si apriva proprio con la Galleria Principe di Napoli, evidentemente quell'allarme dev'essere sfuggito a tutti, se è vero che dal giorno in cui è stato lanciato è trascorso più di un mese senza che nessuno prendesse provvedimenti, salvo correre a transennare la strada solo dopo i cedimenti e la paura.

Il paradosso di quella Galleria malmessa, nonostante i continui annunci di restyling seguiti da lavori evidentemente modesti, è che meno di una settimana fa quella struttura è stata al centro di un accordo ufficiale. In Prefettura c'erano i ministri Alberto Bonisoli (Beni culturali) e Barbara Lezzi (Sud), il sindaco Luigi de Magistris e il vicepresidente della Regione Fulvio Bonavitacola per siglare il contratto istituzionale di sviluppo, il Cis, che garantisce 90 milioni di euro per interventi in tutta la città. Tra quegli interventi già finanziati c'è anche un importante capitolo destinato alla galleria Principe di Napoli, il bando già previsto per la fine dell'estate in modo da rendere sicura e agevole quella porzione di Napoli che sta dirimpetto al Museo Archeologico. Solo che i lavori previsti riguardano solo la parte chiusa della Galleria, non quella che ieri ha iniziato a crollare. Una vera beffa, si progetta la messa in sicurezza dell'interno e dopo una settimana viene giù l'esterno: in certi casi il tempismo è determinante.
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