Napoli, clochard muore di freddo ma i dormitori restano vuoti

L'assessore Trapanese: "Molte persone non accettano la nostra assistenza"

Clochard accampati in via Cervantes
Clochard accampati in via Cervantes
di Valentino Di Giacomo
Lunedì 13 Febbraio 2023, 00:00 - Ultimo agg. 15:40
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È morto di freddo, nel silenzio e nell’indifferenza, nella notte tra sabato e domenica. Il suo corpo, ormai già cadavere, è stato ritrovato ieri mattina in piazza Enrico De Nicola, ad appena 800 metri di distanza dalla stazione centrale di piazza Garibaldi e a meno di un chilometro dalla stazione della metro Museo dove pure avrebbe potuto trovare un rifugio più accogliente. È deceduto così un clochard di origini nord africane, tra i 30 e i 40 anni.

L’uomo non ha un nome, non ha un età certa, nelle sue tasche neppure un documento. Il clochard aveva preparato in piazza De Nicola un giaciglio di fortuna, ma non è servito a nulla a causa delle rigidissime temperature di questi giorni che, nella notte, raggiungono con le minime anche i cinque gradi sotto lo zero.

Ieri mattina dei passanti hanno notato il cadavere, poi hanno allertato il 118. Quando i sanitari a bordo dell’autoambulanza sono giunti sul posto hanno quindi allertato i carabinieri. I militari hanno proceduto a cercare i documenti dell’uomo, ma non ne hanno trovati. I sanitari ritengono che il clochard sia deceduto a causa del freddo, di ipotermia, ma è stata disposta un’autopsia per accertare con certezza le cause del decesso. Nessuno, nel corso della notte, si è accorto di lui nonostante il sabato sia uno dei giorni abitualmente più frequentati. Chi ha visto, come purtroppo spesso accade, sarà passato di lì distrattamente senza notare nulla. Muoiono così, di freddo, i senza nome nelle strade delle nostre città.

Eppure, nelle scorse settimane, il Comune aveva provveduto ad ampliare l’offerta dei dormitori in città e - rivedendo la propria iniziale posizione - anche ad aprire la stazione Museo della linea 1 della metropolitana per ospitare durante la notte i clochard. La riapertura della stazione era scattata dallo scorso giovedì proprio a causa del precipitare delle temperature e stava accogliendo qualcuno dei senza fissa dimora a partire dalla mezzanotte. Il nordafricano morto ieri era a poche centinaia di metri dalla stazione Museo, avrebbe potuto rifugiarsi lì, invece come spesso accade ha preferito probabilmente restare in strada. «Purtroppo - spiega l’assessore al Welfare del Comune Luca Trapanese - ben conosciamo questa problematica. Le persone, erroneamente, pensano che il dramma dei senza fissa dimora sia da affrontare come fosse un unico problema, ma non è così perché ogni persona è un caso e va affrontato in maniera differente. C’è chi ha una storia di abusi, chi è tossicodipendente, chi ha problemi mentali. Napoli non ha problemi differenti rispetto alle altre grandi città italiane, credo che sia un tema che dovrebbe essere affrontato sistematicamente in generale come Stato, non può ricadere solo sulle amministrazioni comunali». 

Trapanese racconta pure che i dormitori napoletani non sono neppure al collasso, anzi ogni notte restano diversi posti-letto liberi. «Proprio per l’emergenza freddo - fa notare l’assessore - avevamo allargato la platea di posti-letto nei dormitori di altre settanta unità. Si tratta di strutture dove i senza fissa dimora possono entrare senza che nessuno gli chieda nulla, ma purtroppo in tanti o non sanno di queste opportunità o sono talmente ai margini che preferiscono lasciarsi andare nelle strade. C’è chi beve, chi fa uso di droga, ci vorrebbe un esercito di assistenti sociali per questo fenomeno». Proprio su questo sta puntando il Comune: «Stiamo cercando di dotare i nostri assistenti sociali di strumenti minimi come uffici e computer perché spesso non sono neppure attrezzati. Stiamo mettendo le basi per il futuro, ma è proprio per il futuro che mi spavento perché temo che nei prossimi mesi, anche a causa dell’eliminazione del reddito di cittadinanza, i poveri che saranno costretti a stare in strada aumenteranno». 

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Sul caso è intervenuta l’ex assessore e ora consigliera comunale di Demos, Roberta Gaeta. «La morte del senza fissa dimora di presunte origini nord-africane - ha spiegato Gaeta - riapre drammaticamente una ferita che la città non riesce a rimarginare: quella dell’assistenza a chi è costretto a vivere per strada. All’inizio di ogni stagione invernale dovremmo essere già pronti a mettere in campo Piani freddo adeguati alle esigenze di un territorio fortemente complesso come quello di Napoli. Invece ciò non accade e si rincorre sempre l’emergenza, fino a quando non accade l’irreparabile».

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