Gravi danni alla fontana del Vomero: «Sarà necessario un lungo restauro»

Gravi danni alla fontana del Vomero: «Sarà necessario un lungo restauro»
di Mariagiovanna Capone
Martedì 29 Gennaio 2019, 08:00
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Ieri il sopralluogo più delicato e importante. Tecnici e restauratori hanno scrutato ogni centimetro quadrato dell'opera «Itaca» del maestro Ernesto Tatafiore, e quello che è emerso evidenzia la necessità di interventi sia alla vasca che al cono del Vesuvio. «La mancanza di manutenzione ordinaria ha danneggiato in vari punti la vasca di contenimento e le giunture, la corrosione da parte dell'acqua e degli agenti atmosferici è stata evidenziata dagli esperti, mentre il calcare ha ricoperto in questi vent'anni tutta la base del cono». Presenti con l'artista, accompagnato dall'avvocato Carlo Penna, il dirigente Fabio Pascapè del servizio Patrimonio artistico e beni culturali del Comune di Napoli, Cinzia Celentano dell'Ufficio Vincoli beni mobili della Sovrintendenza, e due docenti dell'Accademia di Belle arti, Merj Nesi e Federica De Rosa che, coordinate dal docente Giuseppe Gaeta, si occuperanno delle operazioni di restauro. Lunghi i tempi, che saranno calcolati solo dopo la pianificazione delle operazioni di restauro, che in gran parte saranno realizzate nel Padiglione Libia della Mostra d'Oltremare dove attualmente la fontana è custodita sebbene esposta alle intemperie. Dopo il restauro, l'opera tornerà in via Scarlatti mentre la Sovrintendenza avvierà le procedure per porre sotto vincolo e tutela il bene donato alla città dal maestro Tatafiore.
 
Il primo settembre alla controra la fontana di Ernesto Tatafiore viene tolta da via Scarlatti, trainata prima alla depositeria comunale «Pazzini» e poi alla Mostra d'Oltremare, dove si trova attualmente. Uno spostamento non privo di polemiche, per la mancata comunicazione all'artista che ha saputo dei fatti solo dopo l'esecuzione. I motivi dello spostamento riportati in una relazione del dirigente Pascapè parlano della necessità di rifare gli impianti idrici ed elettrici nel massetto sottostante, e restaurare la fontana, ma che sarebbe ritornata al suo posto.

A breve inizieranno i lavori per la realizzazione di «una cavea sottostante l'opera nella quale allocare una pompa di ricircolo, oltre a un quadro elettrico di impianto a norma, e alla dolcificazione dell'acqua». Più lunghe invece le operazioni di restauro dell'opera, danneggiata da «agenti atmosferici e da acque non dolcificate». La base del cono del Vesuvio presenta un tenace strato di calcare, mentre in più punti, la vasca che contiene l'opera, risulta degradata e spaccata. «Nesi e De Rosa analizzeranno i dati raccolti e le foto, per pianificare gli interventi da effettuare» precisa Penna. «Il tutto sotto la supervisione del maestro Tatafiore, soddisfatto della competenza delle docenti». Si pensa a una prima parte di lavori, da eseguirsi al padiglione Libia, mentre i ritocchi saranno realizzati direttamente in via Scarlatti.
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