Napoli, furto a Palazzo Reale:
«Da adesso più telecamere»

Napoli, furto a Palazzo Reale: «Da adesso più telecamere»
di Gennaro Di Biase
Lunedì 8 Marzo 2021, 10:00
4 Minuti di Lettura

Mario Epifani, che dal 2 novembre è direttore del Museo di Palazzo Reale, non si sottrae alle domande sulla sparizione del candelabro dall'altare maggiore della Cappella Palatina. Epifani ci tiene però a specificare che «le verifiche interne sono ancora in corso, e si sta appurando che l'oggetto non sia stato ricollocato in una diversa posizione della reggia». In sostanza, solo dopo aver concluso queste indagini, con ispezioni nei depositi, si procederà con una denuncia alle forze dell'ordine. Eppure, lo stesso Epifani tende «a escludere uno spostamento, visto che le nostre ricollocazioni sono sempre correttamente documentate». L'ipotesi del furto dell'arredo sacro, di conseguenza, è al momento più plausibile rispetto a quella di una ricollocazione. Parte intanto «una ricognizione degli oggetti nei depositi della reggia», che si spera non riveli altre brutte sorprese e altri oggetti mancanti.

LEGGI ANCHE Napoli, giallo a Palazzo Reale: sparito un candelabro dall'altare maggiore della Cappella Palatina


Cosa è successo?
«Durante un riscontro inventariale della scorsa settimana, un funzionario si è accorto della presenza di due soli candelabri anziché tre.

Abbiamo subito verificato che nelle immagini girate dalla Rai il 13 novembre, dieci giorni dopo il mio insediamento, erano già due. Ma abbiamo poi ripescato una ulteriore foto, recente ma non ancora databile, che mostra tre candelabri».


Secondo lei si tratta di un furto? Visto che il museo è stato chiuso per lunghi periodi in questi ultimi mesi di pandemia, teme l'ipotesi di un basista interno a Palazzo Reale?
«Arrivare a queste conclusioni ora non è possibile. La notizia della mancanza del candelabro è trapelata nel momento in cui le nostre indagini interne non erano concluse, e non lo sono tuttora. Di fatto, lo stesso funzionario ricordava la presenza di tre candelabri, anche se i candelabri sugli altari sono posizionati sempre in serie di numeri pari. Per ora stiamo verificando se l'oggetto non sia stato solo spostato. Tendo ad escluderlo, perché le nostre ricollocazioni sono sempre correttamente documentate. Una volta verificato questo, si partirà con una denuncia di sparizione».


Essendo una sparizione risalente a vari mesi fa, le telecamere saranno inservibili.
«Sì, la videosorveglianza ovviamente c'è nella Cappella Palatina, ma tutte le telecamere sono tarate su periodi brevi, 48 ore o una settimana. Di certo non arrivano ai due mesi. Le registrazioni di novembre si sono cancellate, come è normale che sia».


Visto che i candelabri sono sempre in serie pari, e ce n'erano 3 - come dimostra la vostra foto e come ricorda il funzionario - questo non è il primo candelabro che sparisce. Risultano altri oggetti mancanti a Palazzo Reale?
«Sui candelabri non posso darle certezze. Lo stiamo appurando, come detto. Dal mio arrivo non risultano spariti altri oggetti. Questo candelabro in particolare non è l'originale di Dionisio Lazzari, bensì uno di quelli posti sul gradino inferiore dell'altare, e non uno dei sei grandi sul gradino maggiore. È comunque grave che sia sparito. La vicenda ci preoccupa».


C'è una grande stratificazione di oggetti storici a Palazzo Reale. Avete progetti per gli arredi contenuti nei depositi?
«Ho avviato una revisione degli arredi esposti in funzione di ciò che è scritto negli inventari storici. Non è escluso che nel deposito possano trovarsi oggetti degni di essere esposti. Stiamo valutando di aprire al pubblico anche quelli. Il riscontro inventariale sarà importante per una verifica e per una ricognizione degli oggetti, in modo da avere una capillare documentazione da cui partire per la gestione del Museo Autonomo, il cui decreto risale al dicembre 2019, ma io mi sono insediato nel novembre 2020».


State mettendo in campo altre azioni, per far sì che eventi simili non si ripetano?
«È già finanziato, per 1,8 milioni di fondi ministeriali, un progetto per migliorare la sicurezza del complesso di Palazzo Reale, e non solo per il museo ma per tutta l'area che comprende accessi comuni con la biblioteca e piazza del Plebiscito. Videosorveglianza, allarme, sale controllo e controllo accessi: ammoderneremo tutto l'impianto, che a oggi non è di ultimissima generazione».

© RIPRODUZIONE RISERVATA