Napoli, il 2018 visto dal questore:
«Anno intenso per le babygang»

Napoli, il 2018 visto dal questore: «Anno intenso per le babygang»
di Oscar De Simone
Sabato 29 Dicembre 2018, 12:40 - Ultimo agg. 13:33
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Dal caos dei baretti all'accoltellamento del giovane Arturo in via Foria, sino all'assassinio della guardia giurata Francesco Della Corte. L'anno appena trascorso – come emerge dal bilancio di fine anno stilato questa mattina dal questore di Napoli Antonio De Iesu – ha messo in chiaro una questione importante e sempre di più sotto gli occhi di tutti. La criminalità giovanile e la pericolosità dei gruppi organizzati che da tempo creano caos in città.
«Questa è la realtà con cui confrontarsi» afferma il questore.
 


«Dobbiamo essere sempre presenti sui territori e sporcarci le mani nei quartieri dove questi giovani vivono e si radunano. Ma non basta. Molti di questi casi sono stati risolti grazie al supporto delle telecamere di sorveglianza ed è anche in quella direzione che bisogna puntare. La videosorveglianza va sostenuta, potenziata e deve associarsi alla collaborazione dei cittadini. Sono loro a poterci aiutare grazie alle segnalazioni ed alle informazioni raccolte in strada. Tutto sommato quest'anno è stato difficile ma positivo. Le rapine e gli omicidi sono in calo, ma ci vuole ancora tanto olio di gomito. Si deve lavorare tanto avvalendosi anche della cooperazione delle altre forze dell'ordine come Carabinieri e Guardia di Finanza. Ma si devono anche valorizzare i centri di aggregazione. Solo in questo modo si possono motivare i giovani e renderli partecipi della vita della vita di questa società».

Gli omicidi sono diminuiti, 21 rispetto a 36 dello scorso anno dei quali solo otto di natura mafiosa. La camorra è cambiata, è più 'giovanè, a Napoli più «fluida», nel senso che non ci sono i clan forti e 'anzianì, il che è ancora più allarmante. C'è un peggioramento per scippi e rapine. E poi c'è la criminalità minorile che ha segnato in maniera dura il 2018 e per combattere la quale, dice il questore di Napoli Antonio De Iesu, oltre all'impegno delle forze dell'ordine serve una «attenta valutazione degli stili di vita dei giovani».







 

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