Napoli, al liceo Vico con il lutto al braccio: «Prof, vivrai nei nostri cuori»

Napoli, al liceo Vico con il lutto al braccio: «Prof, vivrai nei nostri cuori»
di Mariagiovanna Capone
Lunedì 17 Giugno 2019, 07:30
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La comunità degli insegnanti lancia un'iniziativa. Un minuto di silenzio e un segno visibile di lutto, come una fascia al braccio o abiti neri, per testimoniare la vicinanza a un «docente che si è sentito solo». A promuovere il gesto è Libero Tassella, responsabile di Professione Insegnante e docente al liceo Giustino Fortunato: sta ottenendo centinaia di adesioni. Gli studenti del liceo Vico, invece, a centinaia postano foto e scrivono messaggi sui social dedicati al prof scomparso tragicamente. Tutti si tormentano supponendo che «ora la verità non verrà a galla, non sarà riabilitato e anzi dimenticato». Hanno creato una chat dove ciascuno si sfoga e cerca conforto nell'altro, un gruppo Fb In ricordo del professore Vincenzo Auricchio, dove propongono anche una raccolta fondi da destinare alla compagna dello scomparso, attualmente disoccupata e con un bimbo di tre anni da crescere da sola, più altre iniziative, come un murales o un premio alla memoria.
 
«Alla riunione preliminare gli insegnanti mettano un segno di lutto e osservino un minuto di silenzio per il suicidio del prof Vincenzo Auricchio. Non solo gli insegnanti al Vico ma in tutte le scuole, dovrebbero portare un segnale per ricordare Vincenzo... altro che il silenzio di cui parla la dirigente scolastica del Vico». Tassella ha lanciato ieri dai social l'iniziativa e finora sono oltre 600 i colleghi che la condividono. Bisognerà, però, vedere se oggi i docenti del Vico si presenteranno a lutto, oppure continueranno a non esternare la loro vicinanza al collega scomparso. Sempre Tassella ribadisce che «quello che è capitato a Vincenzo potrebbe capitare a ciascuno di noi. Stress e violenza psicologica se non fisica si stanno abbattendo da anni sugli insegnanti nell'indifferenza di tutti. Si aspettava il morto, ora c'è stato». Poi il j'accuse: «Mi domando cosa abbiano fatto di tangibile i docenti del Vico per far sentire la loro solidarietà al collega Vincenzo Auricchio».

La preside Clotilde Paisio difficilmente troverà una platea di studenti solidali. Molti erano arrabbiati per la mancata apertura dei cancelli del liceo, sabato sera per la veglia, nonostante fosse stata informata delle intenzioni di ricordare lì il professore e, dicono gli alunni, ne avesse promesso l'apertura. Altri assegnano a lei una «discutibile gestione della vicenda, avrebbe potuto allontanare le studentesse anche per tutelare gli altri docenti» e durante la veglia ponevano una questione su cui sperano che gli ispettori del Miur indaghino: «Le due ragazze nel primo quadrimestre avevano la media del quattro. Poi è scoppiato il caso e ai quadri magicamente sono diventati tutti sette. Come è possibile?». Accuse mosse dai ragazzi ma che, è bene chiarirlo, non hanno trovato al momento riscontri investigativi. Il tempo per fare luce anche su questi punti ci sarà, probabilmente non ora con gli imminenti esami di Stato, ma a settembre con il ritorno a scuola.

Intanto, è il ricordo del prof Auricchio quello che davvero conta per loro. È pieno di tenerezza e rispetto il messaggio di Giulia C. che racconta: «Dopo quei rari 6 che riuscivo a prendere alle interrogazioni tornavano i 4 dei compiti e mi è sempre sembrato di deluderla, come deludere un padre». Più gioioso quello di Antonio V. che lo prendeva in giro «perché la Samp non vinceva una partita. Eri speciale, un grande prof e un grande uomo.

Spero la verità possa uscire fuori, in questo momento sono solo molto triste, un abbraccio prof, ti ho voluto molto bene». Commuove la lunga lettera di Marco L. che scrive: «Oggi con te se ne va anche un pezzo di me. Così ti voglio ricordare. Una persona sempre sorridente che mi ha sempre spinto a dare il meglio di me e ad amare la vita» scrive allegando una foto gioiosa, in cui sottolinea una disponibilità mai monca dalla «tua autorità, imposta dal tuo ruolo che hai sempre rispettato». Per poi confessare: «Non ti dimentico. Non ti posso dimenticare. Non te lo meriti. Sei una persona fondamentale nella mia vita ancora oggi. Non ti meriti di essere ricordato così. Eri una persona splendida e sempre lo sarai Le ultime parole tue le ho sentite in un audio. Arrivederci dicevi. Non sarà un addio ma un arrivederci. E sicuramente non ci separeremo».

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