Moto sequestrate a Napoli, il grande spreco da un milione l'anno

Moto sequestrate a Napoli, il grande spreco da un milione l'anno
di Paolo Barbuto
Martedì 17 Settembre 2019, 07:30
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Ci sono cinque documenti consecutivi firmati dal capo della polizia municipale Ciro Esposito, tutti sfornati ad agosto: si chiede al Comune di versare un totale superiore ai centomila euro a quattro depositi dove sono stati collocati 88 mezzi sequestrati dai vigili tra il 2014 e il 2018. Ovviamente non c'è nulla di irregolare: i depositi sono quelli segnalati dalla Prefettura e quel denaro va versato perché è un dovere del Comune che, per legge, ha l'obbligo di custodire i mezzi per dodici anni. Eppure l'idea di dover prendere centomila euro della collettività e destinarli alla custodia di ciclomotori che sono stati sequestrati e mai più richiesti dai proprietari, fa montare la rabbia.
 
Se mettete in conto che in un anno il Comune di Napoli predispone stanziamenti superiori al milione di euro per questa attività, allora capirete che la vicenda è sconvolgente.

Si sconvolse anche l'ex ministro Salvini che venne a Napoli l'anno scorso di questi tempi e scoprì che c'era questo sperpero di denaro dettato dalla legge, un problema nazionale che, però, qui assume connotati clamorosi. Disse che avrebbe provveduto e, in effetti, nel frattempo è stata varata una nuova norma secondo la quale i mezzi sequestrati possono andare alla rottamazione nel giro di sei mesi. Una rivoluzione nella questione della custodia. Però per le migliaia di veicoli sequestrati fino all'inizio del 2019 bisogna rispettare le norme precedenti, così quei dodici anni di obbligo di custodia si protrarranno ancora a lungo per almeno cinquemila mezzi, con tutti i costi connessi alla vicenda.

Le pesantissime spese sostenute dal Comune possono essere recuperate solo dopo aver effettuato il pagamento ai custodi: «È quello che facciamo con metodo e costanza - spiega Ciro Esposito, il comandante della polizia municipale di Napoli - appena la legge ce lo consente andiamo a cercare ogni singolo proprietario per chiedergli conto del denaro che la comunità ha speso. Purtroppo ci sono casi in cui non è possibile rintracciarli, ma stiamo procedendo con vigore: la maggior parte del denaro versato viene recuperato».

Ma la situazione resta al limite. Negli ultimi mesi la Prefettura ha aperto una «finestra» per procedere alla rottamazione di tutti i veicoli sequestrati fra il 2003 e il 2011: la sola polizia municipale di Napoli è riuscita a procedere alla dismissione di cinquemila mezzi; nella provincia di Napoli la vicenda ha coinvolto in totale 30mila mezzi. Vi rendete conto da soli dell'enormità di questo numero, e del prezzo abnorme che è stato pagato per sanare la questione: «Abbiamo avviato trattative serrate con i più grandi depositi che avevano in custodia quei mezzi - dice con orgoglio Esposito - e abbiamo strappato accordi estremamente vantaggiosi per il Comune. Nonostante tutto si tratta di una questione da milioni di euro».

Dopo anni di attesa anche a Napoli arriva la figura del custode-acquirente. Si tratta di una possibilità, offerta dalla legge, secondo la quale la struttura che prende in carico un mezzo sequestrato può diventarne proprietaria al termine della vicenda giudiziaria connessa al sequestro oppure dopo sei mesi dal momento in cui il proprietario non va a ritirarlo, in cambio non chiede pagamenti per la custodia. Sono partite le procedure ufficiali e, a breve, la soluzione diventerà operativa, con un drastico abbassamento dei costi in capo al Comune.

Resta, però, l'enorme peso del passato. Ci sono cinquemila mezzi sequestrati entro l'inizio del 2019 che vanno conservati per 12 anni a spese del Comune: non c'è via d'uscita, bisogna pagare e poi rincorrere i proprietari per chiedere la restituzione di quel denaro. Missione impossibile, ma i vigili non smettono di provarci.
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