Movida a Napoli, arriva la stretta: «Locali chiusi alle 2 di notte»

Movida a Napoli, arriva la stretta: «Locali chiusi alle 2 di notte»
di Gennaro Di Biase
Martedì 9 Novembre 2021, 23:46 - Ultimo agg. 10 Novembre, 17:57
4 Minuti di Lettura

È la prima di una serie di giornate decisive sul fronte movida in città. Con l’obiettivo di affrontare e risolvere la deriva violenta e il boom dell’alcol minorile che negli ultimi mesi si sono impadroniti del by night napoletano, oggi e domani i comitati di residenti e le associazioni dei baretti verranno ricevuti, nell’ordine, a Palazzo San Giacomo. L’intenzione dell’Amministrazione – trapela dalla giunta Manfredi – è quella di firmare a breve un provvedimento che «imponga le due come orario di chiusura dei locali nei weekend nei quartieri del by night». Molti nodi relativi ai contenuti dell’ordinanza – su cui sono al lavoro tra gli altri l’assessorato alla Sicurezza e quello alle Attività Produttive – verranno affrontati nella riunione del Comitato Provinciale per la Sicurezza, fissata dopodomani, dopo l’insediamento del nuovo Prefetto. 

Al centro dell’imminente provvedimento non c’è solo la limitazione di orario alle 2, ma anche il rafforzamento dei controlli sulle norme già in vigore. In particolare, proseguono da Palazzo San Giacomo, «stiamo lavorando sul rispetto dell’ordinanza regionale, emessa durante il Covid, ma ancora in vigore, che vieta la somministrazione di bevande da asporto dopo le 22, e sul rispetto delle norme acustiche in funzione delle fasce orarie». L’obiettivo, dunque, è quello di debellare la ressa notturna. Altra questione centrale, però, che verrà discussa nella riunione del Comitato Provinciale per la Sicurezza, riguarda la presenza dei presidi notturni (dall’una in poi) delle forze dell’ordine nelle location più delicate della movida cittadina: dai baretti di Chiaia o Falcone fino ai Decumani, in zona San Giovanni Maggiore Pignatelli, Bellini e Calata Trinità Maggiore. Diverse cose, insomma, dipenderanno dalla possibilità di schierare pattuglie in strada a notte fonda. Quando, per ammissione degli stessi gestori del by night, «per strada arriva brutta gente, anche a causa delle tante limitazioni che da due anni a questa parte colpiscono le discoteche». Nei colloqui di queste ore, associazioni di categoria e comitati di residenti porranno anche il tema della delocalizzazione e delle licenze di cui si è già parlato sia in campagna elettorale, sia dopo la nomina della giunta Manfredi. Sono varie le location potenziali per quello smistamento della movida napoletana (tra le altre, il Centro Direzionale, Molo San Vincenzo, Ex Nato) che Palazzo San Giacomo intende promuovere, ma che porterebbe, in ogni caso, risultati sul medio periodo. 

Video

Lo scenario è frastagliato alla vigilia dei colloqui. «Siamo stati invitati al tavolo in Comune – racconta Caterina Rodinò, del Comitato Chiaia Viva e Vivibile – La settimana scorsa era toccato ai presidenti delle Municipalità coinvolte nella movida. Faremo presenti le nostre richieste: chiediamo il rispetto delle regole esistenti. In questi giorni si è letto di tutto, ma la cosa essenziale è che si ponga rimedio alle mancanze degli ultimi anni: le norme esistono e vanno rispettate. Speriamo che questa amministrazione mandi un forte segnale di legalità. Chiederemo un orario di chiusura dei locali che sia compatibile con il controllo del territorio e con il riposo del quartiere per i residenti». «Abbiamo una riunione in Confcommercio, oggi, proprio per stabilire con esattezza quali saranno le richieste che porteremo all’attenzione dell’assessora Armato domani», dice Aldo Maccaroni, presidente di Fipe Notte. «Lavoro in centro storico da 20 anni – racconta Bruno La Mura de L’Artigiano in via Santa Chiara, bar e bottega – E le problematiche in questo periodo si concentrano specialmente in questa zona.

Eppure faccio notare l’assenza di un’adeguata rappresentanza degli imprenditori dei Decumani nelle associazioni di categoria del mondo notte. Noi siamo disponibili al dialogo. Ricordo che ai tempi della Iervolino, 15 anni fa, con l’ordinanza Dolce movida all’indomani di un attacco omofobo, si ordinò la chiusura dei locali alle 00. La notte diventò terra di nessuno. Essenziale sarà ora realizzare una mappatura delle zone, per comprendere come si muovono gli illegali. Una chiusura anticipata non ci troverebbe in disaccordo, ma per imporla serve un controllo del territorio più capillare. Spesso chi prova a fare un lavoro pulito si trova più penalizzato dalle delibere. Vanno poi revocate le licenze a chi somministra alcol ai minori».

© RIPRODUZIONE RISERVATA