Nuovo clan al Vomero, i retroscena
«Talpe interne agli ospedali»

Nuovo clan al Vomero, i retroscena «Talpe interne agli ospedali»
di Leandro Del Gaudio - Viviana Lanza
Martedì 8 Maggio 2018, 08:33 - Ultimo agg. 15:20
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Una rete di complicità e un nuovo modus operandi. È così che il clan del Vomero guidato da boss emergenti sta cercando di prendere potere puntando alle estorsioni, racket imposto a commercianti e imprenditori, mirando soprattutto al pizzo da riscuotere tra le ditte che si aggiudicano gli appalti negli ospedali della zona collinare. Almeno nove i nomi finora iscritti nel registro degli indagati, inclusi tre dipendenti della Romeo gestioni e un imprenditore accusati di fare da intermediari nell'affare delle tangenti. Indaga la squadra mobile, sezione anticorruzione, con il coordinamento di due pm di punta dell'Antimafia, Celeste Carrano e Henry John Woodcock. Inchiesta delicata che di recente ha reso necessaria una parziale discovery, con un decreto di perquisizione notificato ai nove indagati per procedere all'analisi di memorie e archivi su pc e consentire accertamenti su file, chat, messaggi. L'obiettivo è approfondire legami e contatti, affinché si possa ricostruire la rete di conoscenze e, se l'ipotesi accusatoria di partenza verrà confermata, anche la rete delle complicità. Associazione di stampo camorristico ed estorsione nella convinzione che la camorra dell'area collinare stia vivendo una nuova stagione di potere grazie a un nuovo modo di agire, basato sull'impiego di «pochi fidati sodali» e ispirato «ai principi imprenditoriali leciti». Inchiesta che punta a individuare le talpe usate dalla nuova camorra collinare per fissare quote di tangenti e imporre le proprie regole.

 
Collusioni, amicizie «giuste», tanto basta a cambiare pelle e inserirsi più facilmente nel mondo della imprenditoria. «Connivenze» le definisce l'accusa che ora scava nella trama di relazioni tra presunti camorristi e dirigenti e funzionari di importanti aziende ospedaliere della città. Perché il grande affare, per la camorra del Vomero, sono gli ospedali della zona collinare, il Polo ospedaliero, i soldi legati agli appalti per fornire servizi di vario genere all'interno delle strutture sanitarie. E negli atti di indagine spiccano i nomi di Andrea Basile e Giovanni Caruson, secondo gli inquirenti braccio destro del boss detenuto Luigi Cimmino il primo e imprenditore prestatosi a fare da intermediario e anello di congiunzione tra il reggente del clan e altri imprenditori il secondo. Sono gli stessi nomi saliti alle cronache nei mesi scorsi a proposito dell'inchiesta Sma sui rifiuti. Accanto ad essi, nel decreto di perquisizione figurano anche Anna Esposito, moglie di Basile, Domenico Gargiulo, Salvatore Pellecchia, Salvatore Arena, e i dipendenti della Romeo gestioni (estranea all'inchiesta) Mario Simeoli, Rosario Somma e Salvatore Zampini. L'indagine è alle prime battute e gli indagati avranno modo di chiarire la propria posizione nelle successive fasi dell'iter giudiziario. Associazione camorristica - insistono i pm -, per presunti legami con il clan un tempo guidato dalle famiglie Cimmino e Caiazzo e oggi retto dallo stesso Basile e per il ruolo che, ciascuno a vario titolo, rivestirebbe nell'organizzazione criminale interessata «agli appalti nell'ambito di pubbliche amministrazioni - si legge nel capo di accusa - delle maggiori Asl e delle aziende ospedaliere ubicate nella zona collinare della città di Napoli, potendo peraltro contare in seno ai relativi organi istituzionali e amministrativi sull'appoggio di soggetti deputati a garantire la copertura degli interessi dell'associazione». In particolare, avrebbero partecipato «alla definizione delle linee strategiche del programma criminoso, nonché alla relativa esecuzione». È il capitolo più delicato dell'inchiesta, quello sulle complicità. E di nuovo si torna a puntare l'attenzione sulla cosiddetta zona grigia, su intermediari e insospettabili usati dalla camorra per creare e curare rapporti, come quelli con altri imprenditori e con funzionari pubblici al fine di pilotare gare di appalto e condizionarle a favore degli imprenditori amici.
Febbraio 2018 il blitz dela Mobile, mentre agli atti spiccano intercettazioni e servizi di appostamento: alla moglie del boss vengono recapitate 3mila euro; in un'altra intercettazione si sente il fruscìo del denaro; mentre il clan del Vomero si accorda con quello di Frattamaggiore per una tangente da 60mila euro al Cardarelli: «Trenta babà a testa», dice l'ultimo boss del Vomero.
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