Omicidio Cesarano, tre amici di Genny
denunciati per false informazioni a pm

Omicidio Cesarano, tre amici di Genny denunciati per false informazioni a pm
Martedì 24 Gennaio 2017, 20:43 - Ultimo agg. 20:44
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Sono stati denunciati per false informazioni al pubblico ministero tre giovani che si trovavano in compagnia del 17 enne Genny Cesarano all'alba del 6 settembre 2015 in piazza San Vincenzo, nel Rione Sanità di Napoli. Si tratta di tre giovani di 26, 24, 21. Genny, estraneo alla criminalità organizzata, fu ucciso - come hanno accertato le indagini - in una «stesa» (sparatoria a scopo intimidatorio) di elementi del clan Lo Russo in risposta ad un'analoga azione del gruppo criminale Esposito-Genidoni. Nei giorni scorsi, dopo l'arresto da parte della Squadra Mobile di Napoli di quattro affiliato al clan Lo Russo, le dichiarazioni del questore Guido Marino e del procuratore Giovanni Colangelo, che avevano lamentato la scarsa collaborazione con le forze dell'ordine dei presenti alla sparatoria nella quale fu colpito Genny e degli abitanti del Rione, avevano fatto montare la polemica.

«Non escludo una iniziale passiva reticenza - disse nella conferenza stampa relativa all'arresto dei 4 presunti sicari del 17enne, il procuratore di Napoli Giovanni Colangelo - non chiedo alla gente di compiere atti di eroismo, ma atti di quotidiana ordinaria legalità». Più dure le parole del questore, Guido Marino, che parlò di «spregevole reticenza». «I ragazzi che erano in compagnia della vittima - disse ancora Marino - li abbiamo dovuto snidare». Il giorno dopo gli arresti dei quattro killer ritenuti gli assassini di Gennaro Cesarano, l'associazione napoletana «Un popolo in cammino» si scagliò contro le dichiarazioni degli inquirenti in occasione di un torneo di calcio organizzato nel Rione Sanità per ricordare la giovane vittima innocente della camorra. «In alcuni casi il silenzio sarebbe una virtù preziosa. Altrimenti si finisce con il fare figure grame e deprecabili, ridicole se non fosse che si giocano sulle spalle di tantissima gente», scrisse l'associazione in una nota. «È il caso dei responsabili dell'ordine pubblico di Napoli, - continuava la nota - questore e prefetto in testa, che ieri tuonavano sui giornali attribuendosi il grande merito di aver individuato, dopo un anno e mezzo, i responsabili della morte di Genny Cesarano, applaudendo alla grande solerzia delle forze dell'ordine e condannando l'omertà dei cittadini di Napoli che ne ostacola il lavoro».
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