La principessa, appassionata di arti e musica, ha sempre coltivato con mecenatismo raro la memoria dell’illustre bisnonno tanto da creare un centro studi e un premio pianistico a lui intitolati.
E, per quanto possibile, ha contribuito al mantenimento della tomba nonostante l’incombenza spettasse al Comune. Era stata la moglie di Thalberg, Francesca Lablache, a stabilirlo. La signora, sepolta accanto al marito, volle che la cappella, una sorta di mini Pantheon che domina l’area dove riposano personaggi come Raffaele Viviani, Luigi Settembrini, Salvatore Di Giacomo, conservasse solo le loro spoglie. Una sorta di tempio al loro amore e al loro amore per Napoli, città dove s’erano conosciuti e dove lui scelse di risiedere, lontano dalla patria austriaca.
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