Napoli, statue sacre in processione come trofei per i boss:​ ecco le foto

Napoli, statue sacre in processione come trofei per i boss: ecco le foto
di Leandro Del Gaudio
Sabato 26 Febbraio 2022, 00:00 - Ultimo agg. 18:15
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Basta guardare quelle immagini per capire la forza delle statue sacre. Basta osservare il numero di persone che le portava in trionfo, per comprendere l’accusa vibrata in questi giorni dalla Procura di Napoli. Quelle statue - quel trittico religioso, con al centro una raffigurazione della Madonna -, non sono qualcosa di puramente ornamentale e non hanno solo un valore artistico. Sono qualcosa di più forte, di profondamente simbolico, al punto tale da rendere chiaro il motivo per il quale fossero tanto ambite da pezzi dai boss di Secondigliano.

Sono state sequestrate lo scorso aprile dai carabinieri del reparto operativo di Napoli, grazie a una denuncia del Mattino, e rappresentano la punta di un iceberg di un metodo di controllo del territorio che passa anche e soprattutto attraverso la gestione dei simboli religiosi. Erano nella chiesa del Rosariello (lo scorso gennaio franata su se stessa, oggi al centro di un progetto di restauro), poi - negli anni Novanta - finirono in una parrocchia di piazza Ottocalli (chiusa per problemi di staticità); per essere poi ospitate in una arciconfraternita che fa capo ad Anna Maglieri, suocera dei boss Bosti, Contini e Mallardo. Per anni sono state usate in occasione di alcune feste mariane, senza alcuna autorizzazione da parte della Chiesa, portate in trionfo da un’associazione che fa capo proprio alla madre delle tre sorelle Aieta che hanno sposato i tre boss dell’Alleanza di Secondigliano. 

Una liturgia che non avrebbe alcuna finalità religiosa o sociale, secondo la lettura che emerge dal decreto di sequestro firmato dai pm Alessandra Converso, Antonella Serio e Ida Teresi, sotto il coordinamento dello stesso procuratore Gianni Melillo. Anzi, al di là delle indagini legate ai vari passaggi di mano, che consentono a quelli dell’arciconfraternita di gestire un patrimonio artistico di riconosciuto spessore, c’è la convinzione dei pm dell’uso distorto di quel trittico sacro. Ed è un concetto su cui hanno battuto di recente i pm della Dda, anche in una recente requisitoria proprio a carico del clan Contini: simboli religiosi vengono usati come strumento di radicamento sul territorio, di affiliazione e di consenso sociale agli occhi delle persone che vivono in alcuni spaccati territoriali. E basta guardare le immagini delle tre statue sacre, che sono state depositate in questi giorni a sostegno del sequestro scattato pochi giorni fa a ridosso dei Ponti Rossi (anche a proposito di altarini e murales che da anni imbruttivano strade pubbliche, luoghi di valore come l’acquedotto romano). Proviamo a osservare quelle immagini, che il Mattino pubblica in esclusiva in pagina: sono foto a colori, sbiadite, risalgono almeno agli anni Ottanta: siamo nella zona di piazza Ottocalli, la statua della Madonna viene portata a spalla tra due ali di persone.

Al di là dei membri della confraternita, ci sono centinaia di persone che assistono al passaggio della Madonna. Sono estranei alla camorra, quasi certamente non hanno nulla a che spartire con l’Alleanza di Secondigliano, ma sono lì a celebrare l’evento. 

E a rafforzare il culto tutt’altro che religioso del dominio della piovra di Secondigliano. Persone affacciate ai balconi, petali di rose lanciate al passaggio del corteo, giovani e anziani che accompagnano la Madonna. È in questa stessa logica, che la Procura ha sequestrato anche alcuni altarini, sempre e comunque riconducibili ai clan. Chiara la motivazione dei pm: al di là dello scempio delle mura cittadine, certe forme artistiche vengono usate come strumento estorsivo. Lo ha spiegato agli inquirenti il pentito Teodoro De Rosa (lo stesso che aveva interessi economici all’interno dell’ospedale San Giovanni Bosco), a proposito dell’uso di baldacchini e altarini: «I residenti di interi condomini erano taglieggiati quando c’erano le processioni. Costretti a pagare dalle famiglie dei boss...». Un sistema criminale confermato dalle foto spuntate da un passato per anni segreto. 

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