Contribuenti morti, ricorsi fotocopia: la truffa degli avvocati per gli onorari

Contribuenti morti, ricorsi fotocopia: la truffa degli avvocati per gli onorari
di Aldo Balestra
Lunedì 3 Giugno 2019, 07:00
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È l'Italia del morto che parla. O del vivo inconsapevole, per il quale c'è chi agisce (davvero) a sua insaputa davanti all'autorità giudiziaria. Atti falsi, situazioni inesistenti, diritti non spettanti e, soprattutto, onorari non dovuti.

Benvenuti nella Bengodi del contenzioso promosso contro Agenzia delle Entrate, valore per centinaia di milioni di euro, chi può dirlo ancora quanto valga esattamente, è tutta roba che tiene dentro ricorsi reali e legittimi, fondati e non, ma purtroppo anche l'odioso mondo del taroccato, dell'illecito, dell'eterna zona grigia tra professioni e istituzioni, avvezza al ricorso seriale, dove una mano lava l'altra, e che importa se paga Pantalone, l'Italia dei furbetti è quella che avanza spavalda.

Un meccanismo potentissimo, ogni volta più spregiudicato. Soprattutto in Campania. Non bastano inchieste e manette, storia di qualche settimana fa è l'indagine sui giudici tributari di Salerno accusati di prendere le mazzette in ascensore e di liquidare sentenze in quattro secondi. Ma si può fare di più, ogni volta.
 
A raccontarla, questa storia, significa attraversare meandri oscuri, dove la sorpresa di oggi può essere più stupefacente di quella di ieri, dove il contenzioso (falso) da mille euro può essere persino più ingegnoso del meccanismo teso a riscuotere parcelle altissime per cartelle di centinaia di migliaia di euro. Magari è incartato già, e non lo sappiamo, il colpo grosso, quello che se riesce consentirà all'avvocato raffinato ma criminale, o alla piccola toga della provincia napoletana, casertana o salernitana, la possibilità di svoltare, diventare davvero il «sistematore» seriale delle cartelle esattoriali dei morti, o usurpatore di diritti inesistenti per contribuenti viventi, inconsapevoli di essere prestanomi (innocenti) del meccanismo truffaldino e geniale.

Dove poteva accadere se non in Campania, qui la serialità della truffa (si pensi ai falsi incidenti stradali) è insieme oleato meccanismo criminale e quasi reddito garantito per una platea variegata di attori. La Campania, che detiene la maglia nerissima del 70% del contenzioso italiano con l'Agenzia delle Entrate, una mole di inesplorato e forse inesplorabile fino in fondo, che ha richiesto addirittura rinforzi operativi da Lombardia, Piemonte, Veneto, Umbria e persino dal minuscolo Molise. Da tre-quattro mesi una task force, in rete, di funzionari italiani dell'Agenzia Entrate Riscossione (ex Equitalia, niente privati, è un ente pubblico economico), ha in corso per la Campania una lotta durissima, forse impari. Si spulciano migliaia di atti, si fanno riscontri incrociati, scoperte imbarazzanti, denunce alla Procura della Repubblica. Siamo solo all'inizio, sinora 200 casi accertati e denunciati, evidente falsificazione di atti, abuso dello strumento processuale, una quantità e qualità di reati che la magistratura napoletana dovrà accertare, riscontri che sull'attività di uffici giudiziari (già sarebbe nel mirino della Guardia di Finanza documentazione dell'Ufficio del Giudice di Pace di Ischia). Coinvolti nell'attività di verifica almeno venti avvocati (già tutti denunciati alla Procura della Repubblica), soprattutto del napoletano, si valuta l'operato di alcuni giudici delle Commissioni Tributarie Provinciali e di quella Regionale e, soprattutto, di Giudici di Pace in Campania. Ma i ricorsi sono stati presentati anche davanti a giudici del Tribunale, per procedimenti attinenti le competenze del Lavoro e dell'Esecuzione. Per non parlare di alcuni operatori di Caf, senza scrupoli, detentori e illecitamente datori ad altri di dati sensibili per avviare il certosino percorso della truffa. Di qui l'unica strada possibile, le denunce presentate alla Procura della Repubblica, per un'inchiesta solo alle fasi iniziali ma dall'esito imprevedibilmente clamoroso.

Tre i livelli, le fasi del meccanismo, un fiume carsico che sta venendo alla luce, scoperto da Agenzia delle Entrate Riscossione. In via Bracco a Napoli si conferma solo la gigantesca attività di controllo in atto che «Il Mattino», però, è in grado di descrivere. Le verifiche hanno accertato l'esistenza di ricorsi incardinati presso gli uffici giudiziari, in rappresentanza e difesa di vari debitori che risultano già deceduti al momento della sottoscrizione dei mandati ad agire o alla notifica degli atti introduttivi, allo scopo di ottenere, con l'annullamento della cartella per prescrizione o altri vizi formali costruiti ad arte, l'incasso dell'onorario previsto dalla legge. E così, a margine dell'atto, risulta che il ricorrente avrebbe rilasciato al legale interessato un mandato alle liti e che la relativa firma sia stata autenticata dal professionista in questione.

Alla Commissione Tributaria provinciale di Caserta, ad esempio, risulta promossa una serie di ricorsi aventi ad oggetto l'impugnazione degli estratti di ruolo di ben undici cartelle esattoriali notificate ad un'unica persona. Un ricorso giunto ad Agenzia delle Entrate Riscossione un anno fa. Peccato che il contribuente fosse deceduto nell'ottobre del 2014, quattro anni prima.

Per buona parte dei contribuenti deceduti, come l'attività ispettiva sta accertando, risultano presentate, presso gli sportelli di Agenzia delle Entrate, in data successiva al decesso, richieste di estratti di ruolo sulla situazione debitoria complessiva. Istanze inoltrate da presunti soggetti delegati, anch'essi ora denunciati alla magistratura. E talvolta non sono direttamente gli avvocati patrocinanti. Nell'Italia del malaffare, quella che si inventa ogni giorno nuove «professioni», avanza infatti l'originale figura del cosiddetto «estrattista». Colui che estrae, si fa rilasciare, in nome e per conto, i ruoli debitori, le cartelle da impugnare. Chi, insomma, si incarica di procurare, per fornirla all'anello successivo della catena truffaldina, la base documentale per operare. Io dare cartella a te, tu dare compenso a me.

Il secondo livello delle truffe scoperte sta nella individuazione dei giudizi, patrocinati da avvocati, in cui le cartelle di pagamento richiamate negli atti del giudizio sono risultate addirittura inesistenti o ben contraffatte. La cartella estratta in pdf viene tramutata in word, e qui puoi fare (come si è fatto) di tutto: cambi nomi, indirizzi, numeri di cartella, date di notifica, codici fiscali. Ecco così confezionata la «nuova» cartella esattoriale, costruita alla bisogna, su cui lucrare con l'obiettivo, si badi, non di vedere annullate le sanzioni amministrative (che non si trasmettono agli eredi) ma «solo» per ottenere con l'annullamento della cartella - il riconoscimento di spese e onorari di causa. Infatti, la contraffazione degli estratti di ruolo, con l'utilizzo di documenti regolarmente prodotti ed emessi dall'Agente della Riscossione, ha lo scopo di realizzare, proprio con la retrodatazione, il presupposto del decorso del termine di prescrizione che, invece, al momento dell'azione non era maturata.

Ed allora puoi fare e scrivere di tutto e di più, sperando che nessuno se ne accorga: un avvocato ci ha provato ad Ischia, nel ricorso riporta fatti successivi alla morte del contribuente. Apponendo una data successiva al decesso, prova a sostenere (e lo dichiara) che il suo assistito si sarebbe personalmente recato presso un istituto di credito dove si è visto negare un finanziamento per la presenza di iscrizioni a ruolo a lui sconosciute e scoperte solo dopo l'accesso, sempre da parte della persona «morta», presso gli sportelli dell'Agenzia Entrate, con il ritiro degli estratti di ruolo poi oggetto delle numerose cause intentate dal legale. Capito l'ardire?

Il terzo livello, poi. Quello seriale. Non sazi della truffa singola, ci sono stati avvocati napoletani (da Napoli ad Aversa, a Frattamaggiore, sino a Sarno, si analizzano copiosi dati in tal senso) che hanno disinvoltamente duplicato in serie i ricorsi: sì, la stessa cartella contestata a diversi e più giudici di pace. Chissà, può darsi che ci scappino più rimborsi con la cartella del morto chissaddove e chissaquando. Ma sì, proviamoci. Qui tutto sembra possibile. Sembra.
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