Infermiere aggredite, sanità sotto attacco: in 4 giorni già 4 casi

Inizio di fuoco nel 2024 per gli ospedali napoletani

L'ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia
L'ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia
di Francesca Mari
Giovedì 4 Gennaio 2024, 22:52 - Ultimo agg. 6 Gennaio, 09:09
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Un’aggressione al giorno nei pronto soccorso degli ospedali di Napoli e provincia dall’arrivo del nuovo anno. Questo 2024 sembra profilarsi drammatico per gli operatori sanitari, specialmente dei reparti di emergenza-urgenza presi d’assalto, ogni giorno, da centinaia di pazienti che corrono in ospedale anche per futili motivi. Attese lunghe. Troppi accessi. E alcuni riversano la rabbia sul personale sanitario, già sotto pressione per turni sfiancanti e situazioni mediche delicate da gestire. E arrivano a riempirli di botte, pugni, calci, a spaccargli il naso, come è accaduto mercoledì al pronto soccorso dell’ospedale “San Leonardo” di Castellammare di Stabia, tra i nosocomi dell’Asl Napoli 3 Sud maggiormente congestionati della provincia.

La vittima è un’infermiera, Anna Procida, appena trentenne. Il suo volto ora è tumefatto, il labbro gonfio, non c’è più il sorriso ma solo tanta rabbia.

Erano le 20.30 di mercoledì e Anna insieme a sua sorella Mariarosaria, pure infermiera e di poco più piccola, erano appena entrate in servizio al pronto soccorso. 

Come spesso accade la zona del triage era affollatissima: per ogni paziente di solito, da queste parti, si presentano orde di familiari. Le due sorelle infermiere hanno invitato gli astanti a liberare l’area, per evitare caos e permettere ai medici di lavorare. È bastato questo a scatenare l’ira dei familiari di un paziente, accorso in ospedale per problemi respiratori. Ad avere la peggio Anna, strattonata, presa a calci e per i capelli da una donna; poi non contento un uomo della famiglia di energumeni le ha sferrato un pugno in faccia. Conseguenze dell’aggressione: frattura di un dente, rottura del setto nasale, una ferita lacero contusa al labbro superiore, tumefazione del lato destro del volto, una lombalgia post traumatica e un severo stato di agitazione psicomotoria. La prognosi è di 25 giorni salvo complicazioni.

Sul caso indagano i poliziotti del commissariato di Castellammare di Stabia, che hanno acquisito i filmati del sistema di videosorveglianza interno all’ospedale e, in attesa della denuncia, procedono d’ufficio all’identificazione dell’aggressore, coordinati nelle indagini dalla Procura di Torre Annunziata. «Siamo stanchi delle violenze - dicono il direttore generale Asl Sud, Giuseppe Russo, e il direttore sanitario del presidio Massimo Maiolo - chiediamo l’immediata attivazione del drappello di polizia all’interno del presidio. Naturalmente, nel percorso giudiziario che seguirà questo atto di violenza, come azienda ci costituiremo parte civile». È la terza aggressione dal primo gennaio: come riportato dall’associazione «Nessuno tocchi Ippocrate», il primo gennaio è stato aggredito un operatore del 118 a Casoria e il 2 gennaio una guardia giurata dell’ospedale «San Paolo» di Fuorigrotta.

Un bilancio che ha spinto il Prefetto di Napoli, Michele di Bari, a convocare per martedì prossimo una riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, al Palazzo di Governo per affrontare la tematica connessa ai recenti episodi di aggressione al personale sanitario. Interverranno la Regione, i direttori generali delle tre Asl, quelli dei presidi sanitari di Napoli e provincia, il 118 e le forze dell’ordine. Diverse le reazioni a seguito dell’ultimo, increscioso, episodio. 

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«Siamo di fronte a gravissimi reati penali nei confronti della persona - così Teresa Rea, presidente dell’Opi (Ordine professioni infermieristiche) di Napoli - di un pubblico ufficiale quale in questo caso rappresentano gli infermieri e di ordine pubblico. Gli autori di questa incivile e brutale aggressione devono essere assicurati alla giustizia il prima possibile. Chiediamo al Prefetto un intervento forte. Daremo tutto il sostegno e ci costituiremo parte civile». Allarme, per una situazione ormai insostenibile in tutto il paese, anche dal canto di Antonio De Palma, presidente nazionale del sindacato degli infermieri «Nursing Up» che annuncia possibili scioperi e proteste per la prossima primavera. «Il Ssn è come una nave alla deriva - dice - nonostante gli sforzi immani dei professionisti che lavorano nei Pronto soccorso e nei reparti nevralgici, non riescono a reggere. Basti pensare al caso del Cardarelli di Napoli, il più grande ospedale del Sud, ma casi simili si sono registrati anche in Regioni dove la carenza di infermieri è ormai a un punto di difficile ritorno, al pari della Campania. Governo e Regioni dovrebbero farsi un esame di coscienza».

«Basta! Siamo stanchi di questo massacro - dicono dal sindacato Fials - un vero e proprio allarme sociale che mette a repentaglio la sicurezza del personale sui luoghi di lavoro. Chiediamo più personale e la riapertura dei pronto soccorso di Boscotrecase e Vico». Solidarietà e indignazione anche dal mondo della politica: dal capogruppo della Lega in consiglio regionale, Severino Nappi, alla deputata di Forza Italia Annarita Patriarca, fino al Pd stabiese.

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