Omicidio a Napoli, Patrizio ucciso per una lite condominiale: «Via l'amaca dal terrazzo»

Omicidio a Napoli, Patrizio ucciso per una lite condominiale: «Via l'amaca dal terrazzo»
di Giuseppe Crimaldi
Domenica 24 Maggio 2020, 09:30 - Ultimo agg. 16:10
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La tragedia si è consumata all'esterno delle palazzine popolari di Marianella, a pochi metri dalla stazione dei carabinieri. È lì che si sono incrociati i passi di due residenti dello stesso fabbricato da tempo in lite per banali questioni condominiali: ed è lì che Patrizio Falcone, 42enne incensurato, ha perso la vita. Ucciso a colpi di coltello sferrati da un 52enne, Mauro Severino, personaggio noto alle forze dell'ordine con piccoli precedenti che risalgono a molti anni fa. L'aggressore è fuggito, ma dopo poche ore si è costituito ai carabinieri.

Una storia che durava da tempo. Sotto la cenere covava il fuoco ardente. Tra le famiglie della vittima e del suo aggressore da mesi andavano avanti litigi per questioni legate - questo emerge dalla prima ricostruzione di questo assurdo omicidio - alla sistemazione di un terrazzo sul quale Falcone aveva sistemato un'amaca, un ombrellone e una giostrina per i figli; circostanza che avrebbe mandato su tutte le furie l'assassino, che al pubblico ministero della Procura, intervenuto sul posto, ha poi nel pomeriggio confessato tutto, ammettendo le proprie responsabilità.

Infastidito dalla indebita appropriazione del terrazzo, Severino avrebbe più volte intimato alla vittima di rimuovere tutto: «Mi dai fastidio, e con tutta quella roba che hai messo in terrazza ho perso la pace», gli avrebbe detto più volte. Litigi continui, e rancori che con il tempo si sarebbero inaspriti. Fino al momento fatale, culminato ieri mattina intorno alle 11 con l'accoltellamento.
 

 

Quando i due si sono incontrati nel cortile, è esplosa la rabbia dell'assassino. Di fronte all'ennesima lite l'aggressore non ha esitato ad estrarre dalla tasca dei pantaloni un coltello sferrando due fendenti all'addome della vittima, colpi terribili che gli hanno leso stomaco e intestino provocando una fortissima emorragia. Inutili tutti i tentativi di rianimarlo: Falcone è stato trasportato al pronto soccorso del Cardarelli, dove però è giunto cadavere. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della compagnia Vomero, ma l'omicida era fuggito. I militari coordinati dal capitano Giuseppe Scotto di Tella avevano però già identificato l'uomo. L'aggressione sarebbe avvenuta sotto gli occhi di diversi testimoni, che hanno confermato la dinamica della violenza.

Come detto, poche ore dopo l'omicida si è costituito. Subito dopo l'interrogatorio da parte del sostituto procuratore di turno, Severino - che ha confessato di essere l'autore dell'aggressione - è stato tradotto in una cella del carcere di Poggioreale, a disposizione dell'autorità giudiziaria: ora deve rispondere di omicidio volontario aggravato. Successivi accertamenti hanno anche verificato che sulla terrazza dell'edificio nel quale abitavano i due sarebbero stati effettuati lavori probabilmente abusivi. Una tragedia assurda, maturata in un clima di crescente astio che nessuno, tuttavia, è riuscito a placare.

«Un fatto assurdo - commentano alcuni vicini di casa - sapevamo che tra i due non corresse buon sangue, ma nessuno avrebbe mai potuto immaginare un epilogo simile.
Non ci sono parole per commentare quello che è successo». 

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