Inseguì e uccise i rapinatori a Marano, chiesti 12 anni di reclusione

Inseguì e uccise i rapinatori a Marano, chiesti 12 anni di reclusione
di Ferdinando Bocchetti
Domenica 1 Maggio 2022, 12:00
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Dodici anni di reclusione: è la richiesta formulata dal pm Paolo Martinelli della Procura di Napoli nord nei confronti di Giuseppe Greco, il 27enne di Marano che un anno fa - in via Antica Consolare Campana - inseguì e uccise due rapinatori che gli avevano sottratto un Rolex. I banditi, entrambi a bordo di uno scooter di grossa cilindrata, furono travolti dalla Smart guidata da Greco. Il giovane, che ha optato per il rito abbreviato (prevede uno sconto di un terzo della pena in caso di condanna), è da circa un anno detenuto nel carcere di Poggioreale con l'accusa di duplice omicidio volontario. Greco è difeso dagli avvocati Domenico Della Gatta e Luigi Poziello.

La vicenda risale al 26 marzo di un anno fa. Intorno alle 20 di quella sera, i carabinieri di Marano - allertati dagli agenti della polizia municipale - intervennero in via Antica Consolare Campana, una strada periferica al confine con Villaricca. All'altezza di una curva i militari trovarono i corpi senza vita di Ciro Chirollo e di Domenico Romano, di 30 e 39 anni, entrambi di Sant'Antimo e già noti alle forze dell'ordine.

I corpi dei banditi erano accanto a un'auto, una Smart, quella di proprietà di Greco, e allo scooter (T-Max) su cui viaggiavano. Sul manto stradale fu rinvenuta una pistola con matricola abrasa e un Rolex. 

 

Dalle perizie tecniche eseguite nei mesi scorsi, è emerso che la Smart guidata da Greco ha impattato la fiancata del motoveicolo guidato dai malviventi. I due viaggiavano ad elevata velocità e, dopo l'impatto con l'auto, si schiantarono contro un muro. La rapina, di cui era stato vittima Greco, si sarebbe consumata in una zona a ridosso di via Antica Consolare Campana, a pochi passi dall'abitazione del 27enne. 

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Il processo si celebra con il rito abbreviato. Per la prossima settimana sono fissate le arringhe difensive. La sentenza sarà emessa, verosimilmente, entro la fine di maggio dal giudice per le indagini preliminari Alessandra Farina. La partita giudiziaria si gioca tutta sulle perizie tecniche e sulle poche immagini registrate dalle telecamere della zona e ora al vaglio del giudice. I legali del giovane - figlio di Francesco, noto sul territorio poiché invischiato in alcuni procedimenti giudiziari per traffico di droga - puntano a scardinare l'accusa di duplice omicidio volontario, ritenendo più plausibile la tesi dell'omicidio colposo o in subordine preterintenzionale. 

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