Ospedale del Mare, il giallo dei sabotaggi: rotti 11 apparecchi per la colonscopia in due anni

Ospedale del Mare, il giallo dei sabotaggi: rotti 11 apparecchi per la colonscopia in due anni
di Ettore Mautone
Domenica 15 Dicembre 2019, 09:00 - Ultimo agg. 16:51
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Ospedale del mare, gastroenterologia: risale al 20 novembre scorso la rottura dell'ultimo colonscopio in dotazione all'Unità specialistica. Da quella data è scattato lo stop agli esami endoscopici dell'intestino, sia su prenotazione, sia in urgenza. Fino al 5 dicembre la direzione generale ha assicurato il servizio in emergenza con un paio di muletti di ricambio, ma poi anche quelli sono andati in avaria. Fatalmente si è verificaro un aumento dell'attività negli altri ospedali della rete, insieme al Cardarelli. La Asl ha accelerato al massimo le procedure di manutenzione e riparazione: da domani, infatti, riprendono le attività, a regime, del servizio endoscopico per le gastroscopie e, da venerdì prossimo, si ricomincia con le colonscopie. Il manager della Asl Napoli 1, Ciro Verdoliva, ha tuttavia aperto un fascicolo per approfondire le cause delle continue avarie.

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Dai primi risultati emerge che la frequenza di guasti dei colonscopi è troppo alta. Tutti gli undici colonscopi nuovi e collaudati dal 2017 (valore di acquisto compreso tra i 29 mila e i 49 mila euro) sono andati incontro a vari danneggiamenti. Le attrezzature endoscopiche dell'Ospedale del mare sono di ultima generazione con la garanzia scaduta da poco (gennaio 2019 o maggio 2019) tranne in un caso in cui scade a luglio prossimo. Dopo la scadenza della garanzia la manutenzione segue le procedure condivise e validate in ambito aziendale e secondo le norme che regolano la sicurezza sui luoghi di lavoro. Come emerge dalla relazione dell'ispezione disposta dal manager Verdoliva, le avarie sono troppe per numero, e anomale per tipologia. In quasi tutti i casi i danni sono dovuti a un non corretto utilizzo come peraltro confermato dalle relazioni della ditta fornitrice e dei loro manutentori ufficiali. In alcuni casi per evitare blocchi delle attività si è comunque intervenuti all'interno di quanto previsto dal contratto di manutenzione (senza oneri per l'Asl) nonostante fosse un danno causato da incuria.

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Gli esempi sono molteplici: nella richiesta di un intervento del luglio scorso (costo 2.400 euro) risultava staccata la telecamera dell'endoscopio. Dopo circa tre mesi è stato richiesto un nuovo intervento perché lo stesso strumento era infiltrato. Analoga richiesta è avvenuta a metà giugno 2019 immediatamente risolta e poi riaperta per danno causato sempre dal non corretto uso a luglio 2019. In questo caso la riparazione è costata oltre 4 mila euro. A febbraio 2019, uno strumento ancora in garanzia ha accusato lo schiacciamento del canale forato con un onere economico per la Asl di oltre 7 mila euro. Riparato dal costruttore e consegnato al reparto il ad aprile lo strumento, a ottobre scorso, ripresentava nuovamente infiltrazioni del tubo. Lo stesso modello, in garanzia, aveva subito un danno accidentale nello stesso periodo, il 4 febbraio 2019, con onere economico a carico della Asl di oltre 12 mila euro pari quasi al 40% del valore di acquisto. Lo strumento è stato in seguito dismesso. Contemporaneamente un videoduodenoscopio acquistato in sostituzione, e ancora in garanzia, ha subito un danno da cattivo utilizzo. Continui danni e costi di riparazione che hanno comportato la perdita dell'originario vantaggio economico ottenuto dall'Asl in fase di acquisto a prezzi molto competitivi configurando danneggiamenti colposi che senza un miglioramento della gestione d'uso potrebbero anche sfociare in una contestazione formale agli utilizzatori.
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