Parco del Vesuvio, ritornano i piromani: pinete in fiamme, distrutti due ettari

Parco del Vesuvio, ritornano i piromani: pinete in fiamme, distrutti due ettari
di Francesca Mari
Mercoledì 28 Luglio 2021, 08:34
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Coltri di fumo nero che si levano dalla «babilonia» di costruzioni in cemento sulle pendici del Vesuvio, odore acre di bruciato che costringe a tenere le finestre serrate, interventi congiunti di spegnimento, tratti di pineta incenerita e tanta paura ogni volta. I primi focolai di incendi della stagione calda nel parco nazionale del Vesuvio rievocano, inevitabilmente, lo scenario dei rovinosi roghi del luglio 2017, che interessarono 2800 ettari di area protetta danneggiandone gravemente 400.

Nelle ultime 48 ore già quattro i roghi che hanno interessato o lambito il parco del Vesuvio; tutti sul versante di Torre del Greco, comune tra i più colpiti dal «grande incendio» di quattro anni fa e al centro, anche nelle scorse estati, di numerosi fenomeni di incendi boschivi, sebbene isolati.

Ieri pomeriggio è divampato un rogo in via Montagnelle, all'interno del parco, nello stesso punto in cui era già esploso il giorno prima insieme a un altro a pochi metri, in via Resina Nuova. È stato necessario l'intervento, in entrambe le occasioni, di vari mezzi dei Vigili del fuoco, della Protezione civile regionale e di Sma Campania per domare le fiamme. Sul posto anche i volontari del centro di avvistamento di Torre del Greco, coordinati da Primaurora, che allertano i soccorsi e supportano le operazioni. Sono stati ridotti in cenere quasi due ettari di pineta e sono crollati vari arbusti, tra cui querce.


Paura anche nella notte tra lunedì e martedì quando un rogo di medie dimensioni è divampato tra via Boccea e via Sant'Elena, all'altezza del casello autostradale di Torre del Greco e ai confini con il parco. Allertati dall'assessore ai Servizi demografici e tecnologici, Giuseppe Speranza, sono giunti sul posto o Vigili del fuoco: almeno sette squadre interessate alle operazioni di spegnimento che dalle 22 sono terminate alle 5 del mattino.
Le indagini sulla natura dei roghi sono in corso ad opera dei carabinieri forestali e da quelli del locale comando. Non si esclude il dolo, sebbene nei vari punti interessati ci siano molte sterpaglie e rovi - non tutti i proprietari procedono regolarmente con le pulizie dei fondi- e potrebbero verificarsi anche fenomeni di autocombustione. «Mi hanno riferito - ha detto Speranza - che prima dell'incendio sono stati uditi degli scoppi, quindi abbiamo pensato anche a un rogo di rifiuti speciali. Abbiamo avuto molta paura e abbiamo dovuto guidare i mezzi dei vigili nelle strade strette e impervie».

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La paura che possa tornare l'estate di fuoco è sempre in agguato. Ma cosa è stato fatto in questi anni per la prevenzione e per rispondere a un'eventuale minaccia? La cronaca delle ultime ore racconta di focolai spenti sul nascere e interventi rapidissimi. «Sono tante le azioni messe in campo - dice il presidente del parco del Vesuvio, Agostino Casillo - a partire dalle 35 nuove telecamere e i due droni in dotazione ai carabinieri forestali per il controllo e le indagini. Inoltre, grazie a una convenzione tra il parco e la direzione regionale dei Vigili del fuoco (che si rinnova per tre anni) abbiamo due presidi fissi dinamici, uno a Ercolano e l'altro a Terzigno, che permettono lo spegnimento dei focolai sul nascere. Un pronto intervento che corrobora la macchina organizzativa regionale, già attiva. Inoltre, di recente è stato approvato con decreto ministeriale il nuovo piano antincendio del parco già inserito nel piano antincendio regionale».

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